Il carcere di Castrovillari tra carenza di organico e docce attese da più di 20 anni
Tutte le criticità del penitenziario “Rosetta Sisca” sono state affrontate in un incontro dei sindacati della Polizia Penitenziaria
CASTROVILLARI – Organico insufficiente, esigenze che aumentano e l’emergenza Covid che avanza. In un quadro che già di per sé rende complicata la quotidianità di ogni individuo, per i detenuti è sicuramente più difficile, così come maggiormente complessa è la gestione delle esigenze di ogni giorno da parte del personale del carcere “R. Sisca” di Castrovillari.
Il numero dei lavoratori all’interno dell’istituto penitenziario è inferiore quasi del 30% rispetto a quanto previsto nella pianta organica e, presto, la situazione è destinata a peggiorare per via del pensionamento imminente di altri agenti. Per questo il sindacato USPP, Unione Sindacati Polizia Penitenziaria, ha organizzato un incontro che si è tenuto nella Sala consiliare del Comune di Castrovillari con esponenti della politica locale per rendere note queste criticità e pianificare un’azione comune.
“Siamo in grande difficoltà – ha dichiarato il delegato regionale USPP, Vincenzo Ventura – soprattutto a seguito della pandemia che ha reso più complicato gestire i detenuti e cercare di contenere il contagio nell’istituto di pena. A breve 11 unità andranno in pensione e ci ritroveremo privi di altri validi collaboratori”.
Un ulteriore problematica è quella legata all’assenza di docce per la popolazione detenuta per le quali sembra si stia attendendo da 22 anni: “la presenza di docce nelle camere di pernottamento – continua il delegato Ventura - è prevista per legge ma, sembra per un problema di competenze, non ci sono e stiamo attendendo da tantissimi anni. Una situazione simile pregiudica l’ordine e la sicurezza di un istituto di pena grande ed importante come quello di Castrovillari che ospita tutte le tipologie di detenuti sia nel padiglione maschile che femminile”.
Una situazione sempre più complessa e difficile da sostenere per gli agenti che non può restare un problema solo dei lavorati o dei detenuti ma che deve essere attenzionato dalle istituzioni e dai cittadini.