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Calabresi che brillano: Matteo Bonacci è l'Art Director della cantante Laura Pausini

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CATANZARO - Se desideri veramente qualcosa devi fare di tutto per ottenerla. Dritto, spedito, senza pensarci troppo, perchè i sogni vanno inseguiti anche a costo di sacrifici e rinunce. Quando il giovane catanzarese, Matteo Bonacci, ha concluso il Liceo Enrico Fermi di Catanzaro, la scelta di proseguire gli studi nel campo artistico in una città come Milano è stata un po’ un salto nel buio, un passo coraggioso e audace che oggi gli ha permesso di essere al fianco di Laura Pausini come Art Director, firmando la copertina del singolo “Scatola”, da qualche giorno sugli schermi di tutto il mondo, da Times Square a Parigi, da Madrid a Brasilia e poi Roma, Milano, Miami, Città del Messico grazie ad un’esclusiva performance in 3D.

«Tutto è iniziato una domenica di gennaio – ha raccontato Matteo – mentre ero in attesa nel parcheggio dell’aeroporto di Linate ho ricevuto una e-mail, pensavo fosse uno scherzo, ma ho risposto subito, poi per diverse settimane silenzio, nessuna risposta. Da quella mail è passato esattamente un anno – ha proseguito – e quel progetto, che prima era solo nel mio Mac, l’ho visto di colpo proiettato sugli schermi di tutto il mondo». Prima il colloquio con la cantante, poi l’ingresso nel team e la possibilità di mettersi in gioco, di lavorare fianco a fianco con Laura Pausini per il suo nuovo grande progetto, sull’immagine e il lancio del singolo e per il video-clip.

Il nuovo singolo della star, scritto insieme a Madame, nasce come colonna sonora del film Amazon Original, Laura Pausini – Piacere di conoscerti, disponibile a breve su Prime Video in 240 paesi, in cui è proprio lei la protagonista: «Le immagini che abbiamo pensato partono dal messaggio della canzone che parla della Laura adolescente di cui la Laura di oggi non si è dimenticata – ha spiegato Matteo – la scatola per Laura non è un semplice oggetto, ma un luogo che raccogliere i ricordi e la sua immagine tratteggiata rappresenta quel foglio che possiamo strappare per entravi dentro perché quel tratteggio siamo noi»

Matteo è entrato a far parte del team di Laura proprio nel giorno in cui la cantante ha ricevuto la notizia della nomina agli Oscar, un inizio con il botto per il giovane che già durante i colloqui era entrato in sintonia con Laura che l’ha voluto nella sua grande squadra: «Un progetto musicale deve avere anche una chiave visiva – ha spiegato Matteo – sto vicino a Laura nelle scelte legate alla sua immagine, lavoriamo insieme dando vita ad un pensiero comune. Lavorare con un’artista del suo calibro è meraviglioso – ha aggiunto – lei è la cantante italiana più conosciuta al mondo e con lei posso impegnarmi a livello internazionale».

Un lavoro entusiasmante quello del giovane catanzarese che nella musica ha trovato uno sbocco naturale per il suo talento: «Ho capito che il mondo musicale era fatto proprio per me – ha spiegato – mi permette costantemente di creare arte per l’arte». 

Quello della musica è il mondo in cui Matteo Bonacci ha trovato la sua dimensione, un punto fermo nel suo percorso di crescita partito qualche, anzi, parecchi anni prima: «Se nella mia vita ho intrapreso questa strada, lo devo prima di tutto alla mia insegnante di danza Laura Borelli – ha concluso – che con le sue lezioni mi ha aperto un mondo, mi ha fatto amare il teatro e l’arte, fondamentali sono stati gli insegnamenti della mia prof. di Storia dell’arte del liceo, Annarita Gagliardi, della mia prof di Scienze Motorie, Mariella Armone, che mi ha sempre spinto a credere nei miei sogni, e dei miei genitori che con non pochi sacrifici mi hanno permesso di partire per studiare al Naba a Milano».

E dopo il lancio del singolo è ora il momento di dedicarsi a Sanremo, dove la cantante parteciperà in qualità di super ospite e per l’occasione il suo staff, Matteo compreso, non potranno che starle vicino.

(Fonte Catanzaroinforma.it)

 

Veronica Gradilone
Autore: Veronica Gradilone

26 anni. Laurea bis in Comunicazione e Tecnologie dell’Informazione. Mi piace raccontare le storie, non mi piace raccontare la mia