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Corigliano-Rossano, stadi comunali: due anni di gestione pessima

3 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – Le società calcistiche cittadine pagano il loro “obolo” al Comune per poter disputare le gare di campionato e gli allenamenti. Una prassi insolita, almeno a queste latitudini, dove sia la Rossanese che il Corigliano – per quanto se ne sappia – non hanno mai pagato nessuna tassa di utilizzo degli impianti sportivi. Uno sgravio giustificato dal ruolo sociale che le due gloriose società assumevano nelle due comunità.

Certo, questo negli anni ha creato anche un po’ di libertinaggio e la manutenzione degli stadi di fatto è quasi sempre stata demandata alle funzioni delle società. Del resto, non pagando nulla al Comune era giusto fosse così!

Fino all’avvento del nuovo grande comune di Corigliano-Rossano e della sua prima Amministrazione comunale targata Stasi. Sono trascorsi due anni da quando l’allora assessore (oggi defenestrato) allo sport, Giovanni Palermo, decise di imporre un regolamento per l’utilizzo dello “Stefano Rizzo” (ottima cosa), stabilendo, di conseguenza, anche le tariffe di utilizzo. Giusto, ci sta. A fronte, però, di una manutenzione costante e concreta dell’impianto.

Il Comune ha abbandonato lo “Stefano Rizzo”

Succede però – e qui i tanti mugugni degli ultimi tempi – che gli impegni fino ad oggi pare siano stati rispettati in modo unilaterale. Solo per parte delle società che, oltre ad onorare le spese di affitto devono, dopo ogni utilizzo, restituire puliti gli spogliatoi, gli spalti ed il resto della struttura.  Resta, però, l’amarezza causata dal fatto che gli uffici manutentivi del comune e quelli dell’assessorato allo sport, in questi due anni, dagli stadi nemmeno ci sono passati.

Mentre per il “Brillia” rimane ancora la regola antica dell’affidamento ad una società (i Rengers Corigliano in questo caso) che si occupano della manutenzione, al “Rizzo” le cose sono cambiate. E questo anche in virtù del restyling che lo stadio ha subito nel 2018 con la rigenerazione del campo da gioco, che ha visto l’installazione di un nuovo tappeto in erba sintetica e con il rifacimento della copertura della tribuna nord. Costo dell’opera: 642mila euro. Dopo di allora, però, nonostante l’impegno (quello sì veloce e risoluto) di imporre un regolamento di gestione da parte del Comune, tutto è stato lasciato al suo destino.

Serviva, ad esempio, una macchina spazzolatrice/livellatrice per manutenzionare il manto erboso, che nessuno ha mai acquistato. E questo, di fatto, sta determinando il veloce deterioramento della struttura da gioco che soprattutto nelle aree laterali è molto danneggiata. Non solo, manca sorveglianza e mancano interventi di ammodernamento degli spogliatoi (l’impianto elettrico non è più a norma). Insomma, c’è un totale disinteresse dell’amministrazione pubblica nei confronti di un bene importante, storico e anche identitario della comunità (in quella struttura, così come anche al “Brillia” si sono consumati momenti di passione sportiva per migliaia di cittadini e quegli spazi raccontano storie personali e collettive che non possono essere cancellate dalla memoria della città).

E anche il calcio diventa vittima della burocrazia

Dicevamo del nuovo regolamento adottato per normare l’utilizzo degli impianti. Una buona cosa, non c’è che dire, soprattutto per il Comune che è puntualissimo nel riscuotere la tassa di utilizzo e che nei mesi scorsi non si è fatto più di tanto scrupolo nemmeno a chiedere i soldi alla società Rossanese che nella fase extracampionato aveva organizzato una challenge per dare la possibilità ai giovanissimi di Corigliano-Rossano meno abbienti di mostrare il loro talento e magari conquistarsi la maglia della loro città. “Al “Rizzo” pagano tutti” pare sia stata la risposta dell’Amministrazione comunale, anche di fronte ad un evento che prima di essere sportivo aveva una forte connotazione sociale.

Pagano tutti e tutti hanno bisogno della carta bollata per giocare ma – ribadiamo - a fronte di nulla. Anche le strutture minori, quelle che ospitano i campionati giovanili, da due anni versano nel degrado più totale. Questo non fa onore ad una grande città come Corigliano-Rossano che settimanalmente si trova ad ospitare decine di società calabresi in campi da gioco che sono dei veri e propri pantani al limite della praticabilità.

Insomma, in due anni di gestione delle politiche dello sport, il Comune non ha fatto altro che avvinghiarsi e perdersi nella burocrazia tra esazioni, autorizzazioni, timbri e milioni di scartoffie. Sveglia! Lo sport è altro, il calcio – soprattutto per noi corissanesi – è vita, è un’opportunità per tanti giovanissimi di trovare un’alternativa alle devianze sociali che nella nostra grande comunità rimangono tantissime!

Marco Lefosse
Autore: Marco Lefosse

Classe 1982, è schietto, Idealista e padre innamorato. Giornalista pubblicista dal 2011. Appena diciottenne scrive alcuni contributi sulla giovane destra calabrese per Linea e per i settimanali il Borghese e lo Stato. A gennaio del 2004 inizia a muovere i passi nei quotidiani regionali. Collabora con il Quotidiano della Calabria. Nel 2006 accoglie con entusiasmo l’invito dell’allora direttore de La Provincia, Genevieve Makaping, ad entrare nella squadra della redazione ionica. Nel 2008 scrive per Calabria Ora. Nell’aprile 2018 entra a far parte della redazione di LaC come corrispondente per i territori dell’alto Jonio calabrese. Dall’1 giugno del 2020, accoglie con piacere ed entusiasmo l’invito dell’editore di guidare l’Eco Dello Jonio, prestigioso canale di informazione della Sibaritide, con una sfida: rigenerare con nuova linfa ed entusiasmo un prodotto editoriale già di per sé alto e importante, continuando a raccontare il territorio senza filtri e sempre dalla parte della gente.