Strascico a riva sul lungomare Sant'Angelo: la denuncia di Udicon e Fna
I rappresentanti delle due associazioni, Ferruccio Colamaria e Mario Smurra, sostengono che tutte le sere «in prossimità della riva, a nemmeno 50 metri, una paranza getta indisturbata le sue reti, senza che, chi di competenza, intervenga»
CORIGLIANO-ROSSANO – «Da qualche mese lo specchio d’acqua antistante il Lido S.Angelo, a Corigliano-Rossano, continua ad essere campo di pratiche di pesca illegale: ogni sera, intorno alle ore 23,30, in prossimità della riva, a nemmeno 50 metri, una paranza getta indisturbata le sue reti, senza che, chi di competenza, intervenga».
È quanto denunciano Ferruccio Colamaria, presidente provinciale Udicon (Unione per la Difesa dei Consumatori) e Mario Smurra, vice segretario nazionale della Federazione Nazionale Agricoltori (Fna) facendosi portavoce delle segnalazioni di cittadini e bagnanti che in più occasioni hanno segnalato il fatto alla Capitaneria di Porto, ma senza ottenere risultati.
«È paradossale – aggiungono – che in punto così centrale del litorale rossanese, tra contrada Momena ed il Lungomare Mediterraneo, tanti cittadini, si siano accorti della cosa e chi, invece, deputato al controllo, nonostante le diverse segnalazioni telefoniche, non sia intervenuto nemmeno una volta almeno per dissuadere l’attività di queste imbarcazioni».
«Conosciamo tutti – continuano Smurra e Colamaria - i danni che conseguono alla pesca a strascico. Con la distruzione della posidonia, effetto di questa pratica aggressiva, viene compromesso l’habitat naturale formatosi nei decenni. Se la tutela ambientale è soprattutto prevenzione, se la messa a dimora di dissuasori sotto costa non è cosa possibile, sarebbe il caso di incrementare, almeno, controlli e sanzioni».
Nel condividere lo sdegno per quanti ancora oggi portano avanti attività irrispettose delle norme e dell’ambiente, Colamaria e Smurra confidano che le autorità preposte possano intervenire presto e mettere fine al fenomeno.
«Anche alla luce di questa nostra denuncia pubblica - concludono Smurra e Colamaria - lo stesso sindaco e l’Amministrazione Comunale intervengano a tutela delle nostre acque marine, della biodiversità oltre che della sicurezza di cittadini e turisti, richiedendo ogni informazione utile a tutte le autorità direttamente competenti».