Cassano Jonio, sospensione servizio cardiologia: «Una farsa!»
La denuncia di Francesco Garofalo che mette sotto accusa la gestione dell’Asp di Cosenza che ancora non è in grado di dare una buona organizzazione al poliambulatorio cassanese
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CASSANO JONIO - «La farsa continua!» È il commento laconico di Francesco Garofalo rappresentante del comitato spontaneo dei cittadini di Cassano in difesa al diritto alla salute che, questa volta, torna a denunciare le condizioni del Poliambulatorio della cittadina delle terme, privato – a suo dire – senza una scusa plausibile, del servizio di cardiologia.
«Un ennesimo disservizio» evidenzia scandalizzato il movimentista. «Siamo stanchi – aggiunge - di fare queste denunce sui disservizi, che si ripetono all'infinito».
«Accade anche -prosegue la nota -, che un cittadino affetto da gravi patologie, a seguito di formale richiesta, si è visto rifiutare una visita cardiologica a domicilio. Abbiamo necessità di capire perché tutto pare affidato al caso e che non ci sia una strategia condivisibile. La programmazione dell'azienda sanitaria, dovrebbe avere il fine di avvicinare i servizi al territorio e ai pazienti, garantendo cure e prevenzione adeguate, rendendo l’offerta sanitaria sempre più accessibile. Ma a Cassano - evidenzia Garofalo -, è una storia vecchia, fatta di reiterati disservizi, che si accompagna alla mancata nomina del nuovo dirigente medico del laboratorio d'analisi. Così come, non si capisce il perchè da oltre 5 anni, non viene nominato l'endocrinologo. Resta tutto da chiarire, il mancato utilizzo delle attrezzature, acquistate per avviare il laboratorio di odontoiatria sociale. Infine ma non per ultimo - rimarca il portavoce del comitato -, del diritto negato alle donne, di poter usufruire di uno strumento indispensabile, quale il mammografo, al fine da consentire una seria ed accurata prevenzione. Intanto - conclude la nota-, intervenga il Prefetto di Cosenza, atteso che da tempo, il Commissario La Regina, non ha mai inteso interloquire con il comitato, espressione di gran parte della cittadinanza, di rappresentanti sindacali, dell'associazionismo e del mondo del volontariato. Crediamo, proprio perchè è in gioco la salute pubblica, si debbano dare delle risposte ad una problematica, che si trascina da un quarantennio, su cui meglio stendere un velo pietoso».