Elevazione Commissariato, l’ira di LeS: «Inaccettabile aspettare fino al 2027»
Il segretario nazionale, Quintino De Luca, ed il segretario provinciale di Cosenza, Renato Guaglianone: «La risposta del Sottosegretario Molteni lascia l’amaro in bocca» e pone tantissimi interrogativi sul futuro del presidio
CORIGLIANO-ROSSANO - «Abbiamo letto quanto scritto dall’On. Francesco Forcinti» che ha comunicato la risposta fornitagli dal Sottosegretario al Ministero dell’Interno, Nicola Molteni, circa la conferma dell’elevazione del Commissariato a Distretto (ma entro il 2027) e la conferma dell’organico a 71 unità.
«Una risposta – scrivono il segretario nazionale del sindacato di Polizia LeS, Quintino De Luca, ed il segretario provinciale, Renato Guaglianone - che lascia l’amaro in bocca perché non si riesce a comprendere quale sia il motivo per il quale il “Governo dei Migliori” debba aspettare ancora (se non addirittura 6 anni) per dare attuazione ad una decisione già presa. Tutto questo nell’immobilismo più totale dei parlamentari del posto che anziché minacciare la revoca della fiducia ad un Governo privo di sensibilità verso il territorio, lo sostengono incondizionatamente sulle spalle dei cittadini e dei poliziotti».
Non usano mezze misure i poliziotti sindacalisti. «Qui – dicono - non si tratta di discutere se il territorio merita oppure no un presidio di Polizia adeguato alle esigenze territoriali, discussione tra l’altro già fatta e vinta. È inaccettabile ed incomprensibile, invece, stare fermi impassibili ad aspettare non si sa che cosa per mettere una firma. Una firma che il governo non trova il tempo di mettere, nonostante incassi giornalmente la fiducia dei parlamentari eletti in questa zona».
«In altri tempi – precisano ancora con forza i due rappresentanti di LeS - avremmo dato dei poltronisti ai politici, mentre oggi ci limitiamo a dire che non sono capaci di rappresentare con forza e determinazione il loro territorio, figuriamoci come si possa pretendere che il sistema Italia possa funzionare bene! Per non parlare delle 71 unità previste, che sono comunque esigue, in confronto alle 100 unità minime necessarie per far funzionare un Distretto di Polizia che si dovrebbe occupare della sicurezza della terza città della Calabria».
Non è una barzelletta dicono e, poi, aggiungono: «pensate cosa direbbero i politici dei comuni più piccoli di Corigliano-Rossano, come ad esempio Crotone, qualora gli proponessero di lavorare con 71 unità (oggi in forza in realtà nel nostro territorio sono poco più 50), la criminalità sicuramente festeggerebbe e conquisterebbe fette di potere e si griderebbe allo scandalo».
E stesso esempio varrebbe anche per Vibo Valentia e Cosenza. «Tutti i comuni più piccoli ma con 300/500 poliziotti in forza. I fatti criminosi si susseguono da mesi, solo questa mattina ci sono stati due atti criminali da non sottovalutare; uno di questi ai danni del fratello del collaboratore di giustizia Nicola Acri, uno dei criminali più pericolosi della Calabria, oltre alle innumerevoli azioni intimidatorie incendiarie degli ultimi mesi». «Quale messaggio lo Stato intende dare alla cittadinanza – aggiungono - in risposta al suo immobilismo? Forse quella di continuare a sopprimere turni di volante, specie in questo periodo che il nostro territorio è preso di mira da turisti e vacanzieri per passare le loro ferie, perché non ci sono poliziotti sufficienti grazie ad un governo che preferisce aspettare altri 6 anni per mettere una firma che potrebbe benissimo mettere domani? Forse costituire il 50esimo Commissariato della provincia di Roma (Ladispoli) oppure la Questura di Barletta-Andria-Trani, fatte in questo periodo, è più importante che innalzare il Commissariato di Corigliano-Rossano a Distretto? I poliziotti sono stanchi di aspettare, così come riteniamo anche i cittadini, per questo nei prossimi giorni decideremo se scendere in piazza come già fatto nel 2017».