Antonio, da Saracena a Parma, nell'equipe medica che ha eseguito l'intervento al cuore più delicato al mondo
È di Saracena Antonio Curia, l'infermiere crimper dell'equipe che ha operato nell'intervento eseguito per la seconda volta al mondo, dopo il 2015 negli Stati Uniti. La notizia è rimbalzata su La Repubblica ed sui maggiori quotidiani italiani

SARACENA - Un paziente giovane ma complesso, affetto da patologie per le quali era stato escluso qualsiasi tipo di trattamento. Un caso complicato ma non impossibile per l'equipe di Cardiochirurgia, diretta da Francesco Nicolini, dell’Ospedale Maggiore di Parma, che ha effettuato un intervento di cardiochirurgia mininvasiva, eseguito solo per la seconda volta al mondo.
La notizia è stata pubblicata su La Repubblica e sui maggiori quotidiani locali che hanno reso noti anche i nomi dei componenti della squadra di professionisti in prima linea in questo raro caso e tra questi c'è anche Antonio Curia, infermiere crimper, dedicato alla predisposizione dei sistemi di preparazione e rilascio valvolare, classe 1975 originario di Saracena.
Da anni Curia è parte integrante dell'area infermieristica del Maggiore ed in questo delicato e straordinario intervento è stato componente dell'equipe di infermieri insieme ai suoi colleghi.
L'operazione, ha spiegato il cardiochirurgo e primo operatore Andrea Agostinelli a Parma Today, era stata eseguita solo nel 2015 a Kansas City, negli Stati Uniti ma negli anni l'equipe in questione ha acquisito le esperienze necessarie per operare attraverso accessi alternativi. È stata questa, infatti, la scelta: una soluzione che ha permesso al paziente di essere trattato e che, diversamente, non avrebbe potuto ricevere altri tipi di terapia.
Insomma, un intervento raro ed innovativo, eseguito da operatori di grande competenza ma che sottolinea ancora una volta come la sanità sia sempre più efficiente in altre parti d'Italia, lontane dalla nostra terra. Una discrasia evidente soprattutto in questo tempo, in cui la pandemia sembra fare da padrona, prevalendo prepotentemente su ogni altra patologia. È questo, quindi, uno dei casi in cui è chiaro come dalla Calabria vengano fuori i cervelli migliori ma che trovano sempre maggiore spazio in realtà diverse, in grado di rendere giustizia alla formazione, alle capacità e ai tanti anni di esperienza sul campo.