Vertenza Siarc, la protesta dei lavoratori. Ma l’azienda precisa: «Siamo in regola con i pagamenti»
Anche la mensilità di febbraio, secondo l’accordo Azienda-Sindacati, dovrà essere corrisposta il 25 marzo. Ma la Cisl incalza: «I lavoratori chiedono di essere pagati»
CORIGLIANO-ROSSANO – Detto fatto. Stamattina la Cisl ha convocato i suoi tesserati davanti all’ospedale di Rossano per un sit-in di protesta contro il mancato pagamento delle mensilità arretrate da parte dell’azienda Siarc che gestisce il servizio mensa nell’ospedale spoke di Corigliano-Rossano. Tutto questo, però, avviene con un’anomalia di fondo. Perché sentendo ieri gli altri due sindacati confederali (Uil e Cgil) e oggi la stessa azienda, buona parte di questi pagamenti salariali è già stata onorata da parte della società e quindi la protesta non avrebbe ragione di esistere.
«Confindustria Cosenza – precisa stamattina la manager di Siarc, Simona Albano – ha già inviato ieri una comunicazione alle sigle sindacali per far sapere che la settimana scorsa l’azienda aveva provveduto al pagamento della mensilità di gennaio e che in data 23 marzo si è anche provveduto al pagamento delle tredicesime. Tutto questo, malgrado l’Asp di Cosenza abbia ottemperato solo in minima parte al pagamento delle fatture arretrate».
Insomma, la Siarc avrebbe fatto sforzi economici immani per pagare gli stipendi. Non solo. «Non solo abiamo chiesto al sindacato (alla Cisl per intenderci, ndr) di revocare lo sciopero perché al momento non avrebbe ragione d’esistere e andrebbe a creare soltanto disagi in una situazione ospedaliera già di per sé complicata. Soprattutto in considerazione dello stato emergenziale che stiamo vivendo e del fatto che Corigliano-Rossano è in zona arancione rinforzato e l’ospedale cittadino è già martorizzato dalla presenza di ingenti numeri di malati covid». Quindi un appello alla responsabilità, considerato anche che buona parte delle mensilità arretrate sarebbero già state pagate.
In arretrato, di fatto, ci sarebbe solo la mensilità di febbraio. E a tal riguardo proprio la Siarc fa una precisazione. «Confindustria – precisa e conclude la Albano – nella comunicazione di ieri alle sigle sindacali ha rammentato un accordo, tutt’ora vigente, effettuato e stilato in presenza di tutte le sigle sindacali in cui si era stabilito, in deroga al contratto collettivo, che il pagamento della mensilità di febbraio sarebbe avvenuta il 25 del mese successivo». Quindi il 25 marzo. Cioè domani.
Perché allora la protesta? «I lavoratori sono stanchi. Ai lavoratori – dice Angelo Scarcello, rappresentante sindacale della Cisl - non interessano altre questioni interne. Guadagnano poco essendo part-time. E con quel poco devono vivere. Non si sono mai fermati. La nostra protesta è per raggiungere un solo obiettivo: il diritto al salario. E credo che quando questo non arriva. La colpa non è certo dei lavoratori. Lo sciopero avviene nel rispetto delle norme di garanzia e vengono seguite le procedure di legge». La Cisl precisa, inoltre, che il servizio sarà garantito. «I lavoratori lavorano e chiedono di essere pagati. E poi l'Asp di Cosenza – conclude Scarcello - invece di pagare due volte le fatture. Invece di sprecare risorse, onori gli impegni contrattuali».