Calabria Zona Arancione anche senza commissari
Nonostante l'impasse sulla sanità calabrese durata ben 21 giorni la Calabria, dalla zona rossa ne è uscita da sola
COSENZA - L’avete notato anche voi? Riepilogando: il 6 novembre, nel bel pieno di una seconda ondata, di vergogna, piuttosto che di coronavirus, la Calabria, a causa dell’inerzia di un commissario, Saverio Cotticelli, in preda ad uno smarrimento esistenziale, entra in zona rossa. Rosso sangue, non per i contagi, ma per incapacità e insufficienza di posti letto.
Non è bastata la nomina di Giuseppe Zuccatelli, arrivata il 7 novembre, contemporaneamente alle dimissioni del suo predecessore, a rimediare la figuraccia anzi, con le sue strane teorie su una probabile relazione tra virus ed effusioni amorose, ha rincarato la dose. A nulla è valsa anche la designazione di Eugenio Gaudio arrivato quasi ai ferri corti… con la moglie, si fa per dire.
Dopo una impasse senza precedenti, finalmente, il 27 novembre, a guidare la sanità calabrese arriva, come l’acqua sul fuoco, la nomina di Guido Longo, uomo delle istituzioni che vuole «dare qualcosa di concreto al popolo calabrese» e mettersi subito al lavoro, «perché - dice - la legalità si fa con gli atti e non con le parole».
Ma c’è un ma. Neanche il tempo di insediarsi il nuovo commissario che la Calabria a distanza di appena due giorni, conquista la tanto agognata zona arancione. Ma come? Non eravamo “irrecuperabili”?
Insomma dal 6 di novembre al 27 dello stesso mese, e dunque per ben 21 giorni, la Calabria è rimasta fondamentalmente orfana di una guida alla sanità regionale, ma, nonostante questo, a quanto pare e a quanto dicono i dati, la Calabria e i calabresi ce l’hanno fatta anche da soli alla faccia di chi ci dava ormai per spacciati, ignavi e meritevoli del limbo dantesco.
Un plauso, dunque ai calabresi che, sbeffeggiati ancora una volta, hanno rialzato la testa e con disciplina hanno stravolto le carte.