Albidona punta sul recupero delle tradizioni
Grande soddisfazione è stata espressa dalla sindaca di Albidona Filomena Di Palma per il successo e la partecipazione popolare che hanno contraddistinto i festeggiamenti di San Michele Arcangelo, patrono della città. "Senza il recupero e la valorizzazione delle tradizioni di una comunità - ha dichiarato la Di Palma - non soltanto sono destinati a smarrirsi valori etici e sentimenti di appartenenza. Che hanno significato e rappresentato nel corso dei secoli coesione, forza, voglia di distinzione. Senza memoria storica si blocca inesorabilmente ogni dinamica di sviluppo futuro. Che, per essere sostenibile e durevole, deve essere fondato sulla capacità di investire sul complessivo patrimonio identitario. Sia quello custodito nei nostri centri storici.
Che dobbiamo rivitalizzare e rilanciare nel mondo come scrigni di qualità della vita. Sia quello gelosamente preservato dalle generazioni degli emigrati. Che diventano oggi testimoni e sollecitatori preziosi di quel ritorno concettuale e culturale alla terra. Che rappresenta l’unica via d’uscita per rilanciare l’economia di tanti piccoli e grandi centri dell’entroterra come ALBIDONA.
ALBIDONA, GLI EMIGRATI CON LA LORO TESTIMONIANZA HANNO ARRICCHITO LE CELEBRAZIONI
Il Primo Cittadino coglie l’occasione per ringraziare il Professor Giuseppe Napoli ed il Circolo Albidonese di Buenos Aires. Che, con la loro presenza e testimonianza, quest’anno hanno arricchito le celebrazioni. Ed è stato proprio durante la processione di San Michele Arcangelo che gli emigrati albidonesi hanno voluto e saputo restituire al Sindaco ed a tutta la comunità d’origine la propria memoria storica. Facendo riaffiorare i tanti ricordi legati alla loro terra. Dai nomi dei vicoli agli antichi mestieri ormai quasi scomparsi. I concittadini emigrati in Argentina hanno ricordato e raccontato un passato degno di futuro. Con grandi momenti di autentica commozione.
Un patrimonio di conoscenze e di esperienze che lo storico Giuseppe Rizzo e il professor Pietro Adduci, in contatto costante con la comunità albidonese in Argentina, stanno raccogliendo e registrando. Con l’obiettivo di confezionarlo in un’iniziativa editoriale da divulgare soprattutto alle nuove generazioni. Nella mattinata di martedì 9 maggio si è svolta la messa con il Vescovo Mons. Francesco Savino e Don Massimo Romano. Per la prima volta –sottolinea con soddisfazione il Sindaco – un gruppo di ragazzi ha fatto il servizio d’ordine alla statua del Patrono durante tutte le funzioni. Dimostrando massimo impegno nell’espletare per garantire la buona riuscita delle festività.
SAN MICHELE, ACCESE NEI QUARTIERI LE PIOCHE
Non bisogna essere uno, nessuno, centomila ma autentici – ha detto Mons. Savino durante l’omelia. Invitando la popolazione a vivere nella verità, nell’autenticità, senza ipocrisia. Valori che – ribadisce il Primo Cittadino – sono alla base dell’attuale gruppo di maggioranza. Dopo la processione, nel pomeriggio si è tenuto il tradizionale incanto. L’asta di prodotti donati in onore del Santo da commercianti e cittadini. In serata, come ogni anno, sono stati accesi nei diversi quartieri le cosiddette pioche. Pini tagliati e bruciati in onore al Santo Patrono. Le intense giornate di celebrazioni erano iniziate lo scorso sabato (6 maggio). Quando l’Amministrazione Comunale, insieme alla Pro Loco Albidona hanno accolto l’arrivo della delegazione argentina con una degustazione enogastronomica tipica.
Momento importante è stato il Consiglio Comunale. Nel quale è stato votato all’unanimità l’encomio solenne al Professor Giuseppe Napoli ed al Circolo albidonese che egli presiede. Per l’occasione sono state donate due targhe. Una delle quali realizzata in mosaico dall’artigiano Albidonese Leonardo Laino. Al Comune di Albidona è stato consegnato invece lo stemma argentino. E una scultura raffigurante una donna calabrese pensante. Realizzata dallo stesso professor Napoli. Il Primo Cittadino ha quindi scoperto la targa che intitola l’ingresso di ALBIDONA a LARGO ARGENTINA, sotto la quale è stata apposta una ulteriore targa lasciata dalla delegazione dei 30 concittadini argentini.