di FRANCO MAURELLA Il sit-in di mercoledì scorso dinanzi alla Cittadella della Regione Calabria - tenuto dai lavoratori in organico alla Protezione civile regionale che protestano lamentando un paventato smantellamento o, quantomeno, un ridimensionamento del Dipartimento del quale da poco è stato chiamato alla direzione il geologo Carlo Tansi - e il ricordo ancora vivo dell’alluvione dello scorso 12 agosto che sconvolse Rossano e Corigliano ci portano a puntare l’obiettivo settimanale sulla Protezione Civile, considerato anche il seminario sul tema tenutosi a Villapiana sabato 30 gennaio. A ciò va aggiunto, per comprendere l’importanza del tema in discussione, che da qui a un mese sarà passato un anno dal gravissimo evento franoso registrato a Oriolo, con una viabilità interpoderale, interna e provinciale praticamente cancellata dalle mappe e con 28 famiglie evacuate, alcune delle quali non ancora rientrate nelle proprie abitazioni. Come sempre avviene, i finanziamenti per riparare i danni sono pochi e spesso non vengono neanche erogati tutti. Allora, l’imperativo è prevenire più che riparare i danni da dissesto idrogeologico con costi iperbolici. L’INCARICO A TANSI Probabilmente, a spingere per affidare l’incarico di responsabile della Protezione Civile regionale al geologo Carlo Tansi, sarà stata l’assessore regionale all’ambiente, Antonella Rizzo. I due si erano incontrati a Trebisacce il 30 agosto scorso per la serata celebrativa del premio giornalistico promosso dall’associazione socio-culturale “Il Pontile” che aveva stabilito come tema dei lavori il “Dissesto idrogeologico nell’Alto Jonio cosentino”. Ovvio che gli organizzatori alla premiazione invitassero la Rizzo e Tansi per parlare, in una sorta di talk-show, di dissesto idrogeologico in Calabria. Terreno minato per l’assessore regionale e pane per i denti di Tansi che ha spiegato, in modo inequivocabilmente chiaro, che in Calabria necessita fare prevenzione e attivare tutte quelle procedure per evitare che si ripetano fenomeni di grave dissesto come quelli accaduti a Cavallerizzo, Lametia, Rossano, Corigliano e Oriolo, tanto per citare alcuni esempi. Particolarmente apprezzato il suo intervento anche dall’assessore regionale Rizzo. E non sappiamo quanto casuale sia stata la nomina di Tansi a capo della Protezione civile regionale dopo l’incontro a Trebisacce. IL SEMINARIO DI VILLAPIANA La Protezione Civile di quattro regioni meridionali s’incontra a Villapiana per discutere di Dissesto idrogeologico, di Piani comunali di Protezione civile e della necessità di prevenire quelli che impropriamente chiamiamo “calamità naturali” e che tali non sono. Nel Palacongressi di Villapiana Scalo, ci sono i volontari e i vertici delle associazioni di volontariato di Calabria, Sicilia, Basilicata e Puglia. Ci sono tre presidenti nazionali di altrettante associazioni: Patrizio Losi, lombardo di Monza, presidente nazionale del FIR-CB-SER; Sergio Achille, laziale di Roma, presidente nazionale di ASSODIMA (Associazione nazionale Disaster Manager); Antonio Tana, presidente della Guardia nazionale A.E.Z.A. (Associazione Ecologica Zoofila Ambientale). E ci sono anche l’avvocato Flaviano Giannicola, componente del consiglio direttivo del Centro Servizi Volontariato di Cosenza, il dottor Gaetano Rizzuto, responsabile dell’Unità Organica di Protezione civile regionale di Cosenza, Gianni Genco, presidente ASSODIMA Puglia, e Giuseppe Capaldo, presidente GERV e della struttura provinciale FIR-CB-SER di Cosenza. L’aspetto istituzionale del seminario è stato garantito dal sindaco di Villapiana, avvocato Paolo Montalti, e dal consigliere regionale Giuseppe Aieta. Da tutti gli interventi è emerso che per poter affrontare al meglio le emergenze che spesso interessano la nostra Regione ‒ e soprattutto per prevenirle ‒ è fondamentale la formazione, l’informazione e il coordinamento fra gli organismi istituzionali, le associazioni di volontariato e gli stessi cittadini. La Calabria, particolarmente vulnerabile dal punto di vista geologico, ha indispensabile bisogno dei Piani comunali di Protezione civile che altro non sono che atti e documenti tesi ad affrontare le emergenze ambientali attraverso una corretta prevenzione programmata e i comuni hanno l’obbligo di dotarsene. Un Piano come «cuore pulsante delle strategie di intervento», lo ha definito Sergio Achille, che deve essere redatto sulla base dell’accurata conoscenza di tutte le caratteristiche del proprio territorio comunale come la presenza di faglie sotterranee, zone franose o a rischio esondazioni. «Tutti i piani regolatori comunali, oggi PSC» ha aggiunto Achille «devono coordinarsi con quelli di protezione civile e, per organizzare, ottimizzandoli, i soccorsi, occorre tanta professionalità da parte degli addetti ai lavori ma anche la partecipazione consapevole degli stessi cittadini che devono essere anche loro informati e formati, tutti uniti nel patto sociale in difesa della vita umana e del territorio». Protezione Civile che può contare su 5mila volontari che rappresentano il fiore all’occhiello dell’Italia, come ribadito da Patrizio Losi. ISTITUZIONI Agli interventi programmati hanno fatto seguito quelli istituzionali: per la Regione, il consigliere Giuseppe Aieta, che ha assunto l’impegno di proporre «un emendamento al bilancio per reperire fondi da destinare ai rimborsi spese dei volontari»; per il comune, il sindaco Montalti, che ha assunto l'impegno con gli studenti delle scuole di Villapiana di organizzare appositi convegni in cui illustrare adeguatamente i Piani di Protezione Civile dei quali il comune è già in possesso.