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A Rossano tonnellate di cibo avanzato vengono buttate

3 minuti di lettura
di MARTINA FORCINITI e SAMANTHA TARANTINO Dai 10 ai 20 milioni di tonnellate di prodotti alimentari, in Italia finiscono dritti filati nella spazzatura. Uno spreco che sbeffeggia circa 44 milioni di persone che con quei resti di pattumiera potrebbero sfamarsi e sfamare i propri figli. Forse per l’assenza di un organismo di coordinazione, o chissà per la politica di alcune grandi catene che impongono alle proprie filiali di buttare tutto ciò che è in avanzo. Ma tant’è. E anche qui, nella nostra città, pur cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. Perché a fronte di decine di famiglie che elemosinano un tozzo di pane, la maggior parte dei centri della grande distribuzione alimentare scelgono di gettare le rimanenze. «La politica aziendale ci vieta categoricamente di cedere gli alimenti a qualsivoglia ente caritatevole o cittadino privato – è la testimonianza del responsabile di un supermercato -. L’approccio scelto dalla casa madre (con sede a Verona, ndr) è quello di applicare delle promozioni speciali sul cibo in scadenza e, qualora rimanesse comunque invenduto, si procede allo smaltimento nonostante sia ancora buono. Lo gettiamo nei cassonetti all’esterno del supermercato e non di rado al mattino li troviamo aperti. Ma lasciamo correre». Una scelta insolita ma obbligata. Perché dettata da esperienze pregresse affatto positive. «Purtroppo ci sono stati dei precedenti che hanno convinto l’azienda ad adottare questo metodo. Perché alcuni hanno approfittato della situazione e ci hanno “marciato” su». La situazione cambia poco qualche metro più in là, in un discount, dove si butta tutto. E non c’è possibilità alcuna di strappar via nulla. «Smaltiamo il cibo in cassonetti blindati, inseriti in appositi gabbiotti chiusi con lucchetto. Purtroppo cattive esperienze vissute hanno incoraggiato la casa madre ad escludere intese con qualsiasi ente pubblico e privato. Quindi, anche se il cibo sarebbe ancora consumabile, ci è assolutamente vietata la conservazione, a prescindere dal fine». L’Eco dello Jonio, però, azzarda e si fa promotore di una proposta per certi versi provocatoria: e se sul territorio della Sibaritide si desse vita ad un centro di raccolta  alimentare, per rispondere ai bisogni delle tante famiglie che pregano, con dignità, per un pasto caldo? «Nell’eventualità, è sempre la sede centrale a decidere se aderire o meno – replicano entrambi i responsabili – E se una qualsiasi associazione benefica, anche riconosciuta, voglia stringere un’intesa con i nostri supermercati deve stilare una formale richiesta scritta da inoltrare alla nostra dirigenza. Noi non decidiamo nulla, le nostre mani sono legate». Dalle multinazionali ad un noto franchising della ristorazione, i criteri di smaltimento dei resti di cibo è sostanzialmente lo stesso. «Di rado capita che io abbia degli avanzi ma quando succede, quei 3 o 4 pezzi di pizza che non sono stati consumati preferisco buttarli. Un centro di raccolta? Una buona idea, probabilmente aderirei. L’importante è che ci si organizzi seriamente». Un entusiasmo diverso si lega a doppio nodo con l’attività svolta dagli esercizi commerciali privati. Per i quali non si butta via niente. «Mantengo un’intesa con la Caritas diocesana – ci spiega il titolare di un panificio rossanese – Ho poche rimanenze ma, eventualmente, le destino direttamente a chi sa cosa farne. Sprecare il cibo è un vero peccato». Il responsabile di una nota pizzeria locale gli fa eco. «Di quello che resta – poco – mi occupo io personalmente, distribuendolo a chi ne ha veramente bisogno. Per questo, quella di istituire un centro di raccolta alimentare, gestito da volontari competenti, è sicuramente un’ottima idea». Ed effettivamente L’Eco a un progetto del genere ci crede davvero. Sarà per l’arrivo di quella atmosfera natalizia che sfortunatamente non bacia gli indigenti. O per la convinzione che basterebbe un pizzico di sano coordinamento per allestire un banco alimentare che possa soddisfare i bisogni di tanti uomini comunque rispettabili. «Un centro di raccolta sarebbe l’ideale per offrire sostegno a molte famiglie – ci dice Don Pino Straface, direttore della Caritas diocesana -. E non è un caso che a breve apriremo un emporio della solidarietà, attraverso la creazione di un centro in cui singoli e famiglie potranno attingere al cibo che si vorrà donare». Magari il primo passo mosso verso una proposta – la nostra – che coinvolga tutto il circondario sibarita. Perché esempi di uomini di buona volontà, pronti a donare ciò che avanza di un'intera giornata di lavoro, altrove abbondano. Dimostrando che mettere in pratica quella carità inconscia in molti di noi è possibile. E può regalare un sorriso in più.
Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.