Quale sarà il futuro di questa grande Città? Se lo chiedono in tanti. Quantomeno se lo chiedono quelli che hanno a cuore le sorti di questo territorio e delle nuove generazioni.
Immaginate Corigliano-Rossano come se fosse una grande astronave: capace di contenere tantissime persone, capace di auto-sostenersi, capace di muoversi autonomamente, capace di tutto ma al momento
parcheggiata, senza timone né timoniere. A maggio saremo chiamati a scegliere chi sarà colui che si assumerà l’onere di mettersi alla guida di questa astronave.
Di pretendenti guidatori se ne stanno facendo avanti tanti, ma far muovere questo pachiderma immenso, con una “ciurma” tutta da ridisegnare e soprattutto da motivare,
non può essere impegno dei qualunquisti.
Né di pochi. Ricordiamocelo:
Corigliano-Rossano non potrà più far leva su quelle oligarchie che fino ad oggi e per decenni hanno amministrato le due ormai estinte città, così come non potrà essere governata da improvvisati. Giusta l’indignazione che sta caratterizzando i nostri tempi, giusto far leva sulle emergenze. Ma
la denuncia, questa volta - perché le elezioni di maggio saranno determinanti per il futuro -,
dovrà essere per forza affiancata da una proposta più forte. E lo diciamo in maniera molto chiara:
non si può pensare di gestire il momento storico attuale, costituente e unico nel suo genere, senza il supporto di tutti. E soprattutto senza il supporto della parte produttiva che rappresenta il motore di questo territorio.
Assumersi la responsabilità di parcheggiare l’imprenditoria significa bloccare l’economia, significa bloccare il già delicato circuito del lavoro, significa far morire sul nascere questa realtà. È giusto il controllo, ma sarebbe inammissibile l’oppressione e la soppressione dei diritti. E questo
non perché a Corigliano-Rossano ci sia una classe imprenditoriale intimidita ma perché a pagarne le conseguenze sarebbe la cittadinanza tutta. Se non c’è lavoro non gira la moneta, se non c’è moneta non c’è nemmeno benessere. E
quando manca il benessere tutto si complica. Anche perché
il divario sociale che oggi tutti combattono e che è sempre più attuale,
tra ricchi e poveri,
si accentuerebbe ancora di più se a venir meno dovesse essere la classe imprenditoriale. Quindi, chi oggi si candida e aspira a guidare l’astronave Corigliano-Rossano deve tenere ben in conto che il carburante del benessere, in una terra come la Sibaritide che paradossalmente è stata abbandonata dall’investimento pubblico, non può essere lasciato a terra. Anche perché, a conti fatti,
questa grande macchina nemmeno partirebbe.