Referendum, intervenendo questa mattina alla manifestazione organizzata dalla segreteria regionale del Pd a Lamezia Terme per lanciare la campagna in vista dell’appuntamento del 4 dicembre prossimo, il
Governatore Mario Oliverio ha dichiarato che “il referendum costituzionale rappresenta un passaggio decisivo per il futuro del nostro Paese. Questo non è il congresso del Pd e non può essere un referendum pro o contro Renzi. Chi intende utilizzare questa occasione in tale chiave sbaglia e sbaglia di grosso, perché arreca un grave danno al Paese. Il problema, invece, è quello di entrare nel merito della questione su cui sono chiamati ad esprimersi gli italiani. E il merito, il cuore di questa riforma, è il superamento del bicameralismo perfetto. Affrontare e sciogliere questo nodo significa porre il Paese al passo con le democrazie più avanzate del mondo. Anche chi è schierato sul fronte del No, se è onesto intellettualmente, deve riconoscere che superare questo punto è necessario. Un Paese che vuole adeguare la propria risposta alla velocità della domanda che proviene da un mondo globalizzato non può più perdere altro tempo intorno a questa questione. In gioco c’ è la prospettiva del Paese. Nè si può dire che nel momento in cui dovesse prevalere il No, all’indomani del 4 dicembre si riprenderà subito la discussione. Ci vorranno almeno altri 40 anni. Il Mezzogiorno e la Calabria avranno grandi vantaggi da questa riforma. Non ci saranno più regioni di serie A e di serie B. Ci saranno regole che varranno per tutti e su tutto il territorio nazionale nei trasporti, nella sanità, nella scuola, ecc. Tant’è vero che i primi a lamentarsi sono stati proprio i presidenti di due regioni forti come il Veneto e la Lombardia, Zaia e Maroni che, invitando i loro corregionali a votare No, hanno agitato lo spauracchio, quasi gridando alla scandalo, che Veneto e Lombardia diventeranno come la Calabria. Io inverto questa affermazione dicendo che la Calabria diventerà come il Veneto e la Lombardia e, per questo, dalla nostra regione e dall’intero Mezzogiorno dovrà partire una forte spinta a votare Sì alla riforma. Dobbiamo crederci e stare in campo, impegnando forze ed energie per informare il maggior numero di cittadini possibile sui contenuti di questa riforma. Il pericolo non è quello di una prevalenza del No rispetto al Sì, ma di una sottovalutazione della posta in gioco. Anche la condizione di sofferenza sociale in cui ancora vive larga parte del Paese e, in particolare, la nostra regione, può diventare un fattore di disinteresse. Noi dobbiamo avere la capacità, attraverso una riflessione pacata e capillare, di sollecitare quanta più gente possibile a votare e a votare Sì, coinvolgendo larghi strati della società calabrese, andando oltre i partiti e gli schieramenti, allargando il fronte e facendo in modo che i comitati che sorgono nei comuni possano essere rappresentativi di una larga partecipazione di espressioni, culture, sensibilità ed esperienze presenti nella nostra società. Per quanto mi riguarda – ha concluso Oliverio – non lesinerò forze ed energie, perché avverto che questo è un passaggio decisivo per la crescita del nostro Paese e della nostra regione”.