Se è vero che l’unione fa la forza, forse è altrettanto vero che la classe politica (partitica e movimentista) di Corigliano-Rossano di questo non se n’è fatta ancora una ragione. Abbiamo costruito la nuova Città, la terza della Calabria, ma a quanto pare rimane ancora arroccata suoi propri campanili. E non parliamo dei campanili delle due comunità ma delle posizioni, dette e non dette, di ognuno dei “patriarca” politici della costa ionica. Idee e “lampadine” a parte che nelle ultime ore stanno comparendo sui social per raggruppare i volenterosi di una possibile coalizione, al momento non ce ne sono. Soprattutto – lo dicevamo nei giorni scorsi – non ci sono persone pronte a fare il primo passo e dire “mi candido a sindaco e con me ho un programma forte e condiviso da…”. Al momento nulla. Lo stesso
Flavio Stasi, in campagna elettorale da sempre, e presente in quasi tutte le vertenze che interessano il territorio, ancora non si è dichiarato. Così come non lo hanno fatto ancora quelli del
movimento Cinque stelle. Ad oggi si mormorano nomi di persone più o meno
papabili alla carica di sindaco, ma non si parla di coalizioni. Eppure è importante sapere chi e quanti sono pronti a far convergere voti e consensi su un nome: forte e (possibilmente) autorevole. Dicevamo pocanzi della “lampadina” che da qualche giorno si è “accesa” su Facebook innescando una simpatica campagna advertising rivolta a chi “…puoi essere anche tu” e che - si è capito subito – racchiude un senso profondamente politico. Già, perché a condividere subito il simbolo caro Edison, sono stati
Rosellina Madeo,
Pietro Lucisano,
Aldo Zagarese,
Giuseppe Turano,
Antonio Ascente,
Fabio Oliveri e
Natalino Chiarello. Cosa hanno in comune? Il fatto di essere giovani e già con una storia istituzionale alle spalle. Di altro non sappiamo. Sicuramente non hanno una comune radice politica e ideologica dal momento che in questo gruppo in fuga le maglie non sono dello stesso colore. Però, regola ciclistica vuole, che se la fuga dovesse andare in porto, il meglio attrezzato del gruppetto alla fine dovrebbe spuntarla in volata, aiutato anche dagli altri che a quel punto si sono già divisi tutti i traguardi volanti. Insomma, questo gruppetto di “giovani lupetti” potrebbe osare… e se il gioco regge, alla fine, potrebbero pure spuntarla. Che sapore avrà questa fuga – come avrebbe detto il grande Sergio Zavoli – lo scopriremo solo in vista del traguardo. Il problema sociale, oltre che politico, però, è che un’assenza di concretezza coalizzativa,
la mancanza di sintesi e di un progetto ampio rischia di portare nella stanza più importante del Municipio il signor nessuno, con poche idee o comunque una persona rappresentativa al massimo di un quartiere. Perché? Conosciamo i nostri polli. Mettete che alla fine della fiera si presentino a sindaco una miriade di candidati, supportati da piccole liste (di quartiere appunto), tutti con un’idea di governo ovviamente ridotta ad uno schieramento ristretto. È facile, dunque, immaginare che
nessuno degli aspiranti primi cittadini possa vincere al primo turno e che, quindi, ad un ballottaggio si potrebbe approdare con un numero di voti miserevoli (3/4mila al massimo) rispetto ad una popolazione di
68mila votanti. Immaginate il “bordello” che ne verrebbe fuori in
una notte dai lunghi coltelli, spinta da invidia e dispetti di chi magari non aspettava altro che farsi trovare al varco e che rischierebbe di portare in Comune la persona meno rappresentativa. Evitiamo, allora, che si prospetti una simile situazione. Si inizi a parlare di idee e programmi per la nuova Città. Si parta da un progetto convergente che inglobi e non che divida, mettendo da parte – almeno per questa volta – divisioni e antipatie (personali e politiche). Di mezzo ci sono le sorti di Corigliano-Rossano: una grande realtà attesa da tutti e sulla quale sono poste grandi aspettative.
Insomma, il gruppetto è in fuga, ma noi aspettiamo la maglia rosa!