Morano Calabro, l’appello dell'associazione Acanto per salvare la storica stazione FCL
Questa infrastruttura dal grande potenziale turistico e storico, simbolo di memoria e identità collettiva, rischia il crollo definitivo. L’associazione Acanto chiede interventi urgenti per restituirle dignità e futuro
MORANO CALABRO – Quanto vale davvero una stazione ferroviaria storica? Se lo chiede l’organizzazione di volontariato Acanto, che lancia un appello accorato per salvare l’antica stazione delle ex Ferrovie Calabro-Lucane, abbandonata da decenni ai piedi del borgo moranese. Un luogo «povero nella sua essenza ma straordinariamente carico di vissuto e di storia», oggi ridotto in condizioni drammatiche.
Costruita negli anni Venti e chiusa alla fine degli anni Settanta, la stazione rappresenta per Acanto molto più di un edificio: è un patrimonio ferroviario, paesaggistico e architettonico, ma soprattutto un simbolo della memoria collettiva di un’intera comunità, segnata per decenni da povertà, emigrazione e sacrifici. “È storia sociale ed economica – sottolinea l’associazione – un frammento identitario che non può essere lasciato morire”.
La situazione attuale, però, è desolante. L’intero complesso versa “in pessime condizioni”: il magazzino merci ha già subito il crollo del tetto – evento denunciato da Acanto nel 2023 – mentre la casa cantoniera è stata persino colpita da un incendio. Le immagini, affermano i volontari, “parlano da sole”.
La domanda che l’associazione pone è chiara: intervenire subito per salvare un bene culturale in agonia o aspettare che crolli del tutto per poi ricostruirlo con ingenti fondi pubblici, quando e se arriveranno?
Per Acanto la strada è chiara: occorre partire immediatamente da un intervento di messa in sicurezza, «in primis il tetto», per poi avviare un progetto di recupero che restituisca dignità alla struttura, magari trasformandola in un museo ferroviario integrato alla ciclovia realizzata lungo il vecchio tracciato con investimenti milionari.
«Non basta un finanziamento per generare bellezza o per dire ‘abbiamo fatto’ – denuncia l’associazione – servono consapevolezza, lungimiranza, amore per ciò che rappresenta la nostra identità».
Nel mirino di Acanto finisce anche la recente scelta del Comune di Morano, che – attraverso due finanziamenti del GAL Pollino per oltre 100mila euro – ha realizzato a pochi passi dalla ciclovia una grande scritta cubitale “Ciclovia di Morano” e un piccolo spazio con tavolini, giochi, luci e un “discutibile spazio geologico”.
Secondo l’associazione, si tratta di un’opera «ridondante», anche perché a meno di cento metri esistevano già tavolini e giochi per bambini, installati dieci anni fa con altri fondi pubblici. Un esempio, per Acanto, di come le risorse vengano destinate più a interventi estetici o duplicati che al recupero di beni culturali di valore inestimabile.
Il comunicato si chiude con un appello forte: serve attenzione, lungimiranza e rispetto per la storia. Virtù che – secondo Acanto – mancano in chi amministra il territorio. La vecchia stazione, affermano, “avrebbe ancora tanto da raccontare, se non fosse lasciata in abbandono e vilipesa da scritte gigantesche che nulla hanno a che fare con la bellezza e la cultura di questi luoghi”.
L’associazione invita istituzioni e comunità a compiere una scelta: continuare a ignorare un pezzo della propria identità o salvarlo prima che cada nell’oblio definitivo.