7 ore fa:Liceo artistico, il Circolo Culturale Rossanese si oppone al trasferimento dello classi allo scalo
6 ore fa:Castrovillari, concluso con successo l'i-Fest 2025
9 ore fa:Turismo, il focus di Unioncamere Calabria sull'andamento e le prospettive del settore
9 ore fa:Al via il “Castrovillari Film Festival/Festival Internazionale del Cortometraggio d’Autore”
5 ore fa:Vaccarizzo Albanese punta sui giovani per la custodia dell'eredità identitaria arbëreshë
8 ore fa:Fondo di produttività 2024, al via l’erogazione ai dipendenti provinciali degli istituti contrattuali previsti
6 ore fa:Calabria del nord-est, il futuro è adesso: di cosa deve occuparsi il nuovo governo regionale?
10 ore fa:Garofalo ricorda don Pino Puglisi a 32anni dalla sua tragica scomparsa
8 ore fa:Partecipazione attiva, a Saracena il Sindaco dona un porta penne ad ogni studente
10 ore fa:Gianni Rosa (FdI) nominato coordinatore provinciale di Cosenza: «Sono onorato»

Centri storici in agonia tra spopolamento e crisi, l'urlo silenzioso dei commercianti | VIDEO

1 minuti di lettura

CORIGLIANO-ROSSANO – I centri storici stanno morendo. Un dato di fatto, oltre che una costatazione ricorrente, sul quale si è riacceso il dibattito in città dopo la notizia della chiusura – nel giro di pochi giorni – di due attività commerciali del centro storico rossanese.

Per capire quali sono gli umori e le difficoltà di coloro che ogni giorno fanno i conti con il lento – e in apparenza inesorabile - declino i queste realtà, siamo andati nei due centri storici di Corigliano e Rossano ad ascoltare le opinioni dalla viva voce dei commercianti.

La crisi commerciale in queste aree è sicuramente frutto di una combinazione di fattori economici, urbanistici e sociali e non risponde ad un’interpretazione univoca della complessa realtà socio-economica dei centri che raccontiamo. Secondo i commercianti, che hanno esternato la propria frustrazione e disillusione sul tema, però, le cause sarebbero da ricondurre essenzialmente a due fattori: spopolamento ed elevati costi di gestione dell’attività.

Nulla di nuovo si dirà, è vero. Ma la mancanza di risposte e visione continua a generare incertezza e sconforto tra i tanti che provano a resistere e che attendono un’inversione di rotta.

C’è chi pensa che l’emorragia di abitanti sia dovuta alla mancanza di servizi, la quale spinge i cittadini a trasferirsi nei comodi centri urbani a valle, e chi crede che gli interessi della politica non si concentrino mai davvero attorno alla questione della riqualificazione dei centri storici poiché le azioni messe in campo risultano spesso incoerenti rispetto ai bisogni e improduttive negli effetti.

A onor del vero, però, la politica non è stata il vero bersaglio o perlomeno non lo è stata completamente. I commercianti sono coscienti che il fenomeno di cui subiscono gli effetti è generale, più ampio e l’attuale stato di cose è il risultato di anni di disinteresse e assenza di pianificazione.

Certo è che la questione, per quanto annosa e complessa, necessita di risposte e di soluzioni. E queste può darle solo la politica, quella di oggi, chiamata, se non a risolvere il problema, quanto meno a tracciare la via. Una via chiara, ben definita che dia a queste aree una vocazione specifica e che non le releghi al ruolo di contenitori di sparuti eventi che poco o nulla restituiscono in termini di crescita.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.