Crosia, don Giuseppe presenta la “Scuola di preghiera parrocchiale”
Sette lezioni che si terranno nella parrocchia di San Giovanni Battista. Il parroco: «Non dimentichiamo di curare la dimensione spirituale». Sabato la lezione inaugurale con Monsignore Maurizio Aloise
CROSIA - «Carissimi fedeli, dopo le proficue esperienze di formazione denominate Scuola Parrocchiale in cui, esaminando alcuni documenti fondamentali del magistero di Papa Francesco “Laudato si’, Amoris Laetitia e Fratelli tutti”, abbiamo svolto un cammino di approfondimento sugli stessi sentimenti di Gesù Cristo, ora in questo anno pastorale che sarà segnato anche dall’esperienza del Giubileo come Pellegrini di speranza, vi propongo un percorso per riscoprire e rivalutare uno degli aspetti più importanti della nostra vita di credenti: la preghiera, strumento e dono che ci è stata consegnato e trasmesso dai nostri padri e da Cristo stesso».
Così inizia la presentazione di Don Giuseppe Ruffo, della parrocchia di San Giovanni Battista, della scuola di preghiera parrocchiale.
«Tale iter – continua il parroco - verrà affrontato da una prospettiva peculiare l’esperienza di vita di alcuni uomini e donne calabresi che hanno fatto della preghiera il respiro della fede. Come ci ricorda Papa Francesco “La preghiera è il polmone che dà respiro ai discepoli di tutti i tempi; senza preghiera non si può essere discepolo di Gesù; senza preghiera noi non possiamo essere cristiani!”».
L’itinerario della scuola prevede sette moduli che verranno svolti da ottobre 2024 a maggio 2025. Gli appuntamenti di formazione sono aperti non solo agli Operatori Pastorali Parrocchiali ma a tutti coloro che desiderano riprendere una spiritualità pura e autentica. La lezione inaugurale, Sabato 26 Ottobre, sarà tenuta dall’Arcivescovo di Rossano-Cariati, Monsignore Maurizio Aloise.
«Con l’auguro che questi appuntamenti di formazione spirituale possano portarci a riscoprire il meraviglioso dono della preghiera, mezzo che ci permette di comunicare con Dio Padre e di sentirci amati da Lui. Non dimentichiamo che curare la maturazione della dimensione spirituale costituisce il patrimonio più importante di noi essere umani», conclude don Giuseppe.