Fondi PNRR, le imprese di Corigliano-Rossano puntano alle rinnovabili più che alla digitalizzazione
Su un totale di 25 progetti presentati da aziende che operano nella terza città della Calabria, 19 hanno interessato il settore agricolo per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Solo due i progetti sulla digitalizzazione
CORIGLIANO-ROSSANO – Come spendono i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza le aziende di Corigliano-Rossano? I privati puntano sui "progetti agricoltura" puntando sulla transizione ecologica. È questo il quadro emerso dall'analisi dei dati del portale Open Polis sui quali abbiamo deciso di riaccendere un focus nei giorni scorsi.
Questa volta abbiamo rivolto l’attenzione ai finanziamenti dei privati. Nel comune di Corigliano Rossano, ad oggi, ci sono in tutto 25 progetti finanziati ad imprese, società ed aziende che operano nel territorio comunale. Tra queste, ben 19 realtà hanno deciso di sfruttare gli incentivi legati alla riqualificazione delle imprese col fine di migliorarne l’efficienza energetica. Proprio il Masaf (Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste) aveva posto l’obiettivo incrementare la produzione e l’impiego di energie rinnovabili nel comparto agricolo decidendo di stanziare il 40% di risorse al Sud (ne avevamo parlato qui).
I finanziamenti per questi progetti, che prevedono la realizzazione di impianti fotovoltaici, ammontano a circa 2 milioni e 430 mila euro.
La risposta a questo importante impiego di risorse in questo settore specifico potrebbe venire dagli interessi del governo che sta puntando ad un’agricoltura moderna per sviluppare una filiera agricola e alimentare più «smart e sostenibile». Investire sulle nuove tecnologie e mettere al centro l'agricoltura, ponendo sullo stesso piano la sostenibilità ambientale e quella economica, sarà la nuova frontiera del comparto.
Nel settore impresa e lavoro, invece, solo due i progetti presentati sull’internalizzazione delle imprese e della digitalizzazione per un totale di 377mila euro e due finanziamenti ad attività commerciali (515mila euro).
Infine, un solo progetto nel settore economia circolare (3.95 milioni di euro) e un intervento sul patrimonio edilizio per l’adeguamento sismico di una chiesa (3,27 milioni di euro).
Molta più attenzione alla transizione ecologica che a quella digitale? Pare proprio di sì, ma nella valutazione del dato non va trascurato il contesto e, dunque, la vocazione agricola del territorio.