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Un anno di silenzi dopo la scoperta della presenza di metalli pesanti nell'ambiente

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FRANCAVILLA MARITTIMA – Nell’agosto del 2023 avevamo denunciato, attraverso la voce del Sindaco e medico di Francavilla Marittima, Gaetano Tursi, il preoccupante quantitativo di metalli pesanti presente nei terreni e in alcuni alimenti coltivati nelle campagne del territorio che circonda il paese di Francavilla (leggi qui).

Le analisi effettuate su cinque tipologie di campionamenti dall’azienda frusinate Sana, specializzata in analisi microbiologiche e chimiche, avevano mostrato dati allarmanti: Alluminio 113,76 Mg/Kg, Stronzio 6,81 Mg/Kg, Bario 2,93/kg e, in minore quantità, anche Selenio, Litio e Cesio con valori comunque <0,5 Mg/Kg. La ricostruzione che il Sindaco fornì apparve – a tratti – «complottista»: «Queste sostanze - aveva spiegato - non esistono libere in natura. La colpa sta nella mano dell’uomo, in quella mano che gradualmente vorrebbe avvelenarci tutti in nome di un disegno che ci vuole poveri e in pessima salute».

Un’inchiesta del giornalista Antonio del Furbo, di Zone d’Ombra - “Terra amara” (puoi guardarla qui), è tornata sull’argomento facendo il punto della situazione ad un anno dalla pubblicazione dei risultati dei campioni analizzati, e riaccendendo i riflettori su una questione sulla quale non è stata ancora fatta chiarezza.

«Questa attività – ha spiegato nuovamente il Sindaco - è partita perché sono un medico e lo sono stato per 40 anni in questo paese. Qui, siamo andati a verificare la presenza di metalli pesanti nei terreni del circondario ed è emerso che la concentrazione è elevatissima». Secondo quanto ribadito da Tursi, i risultati degli esami condotti sono stati prontamente inviati alla Regione: «Mandai i dati al Presidente in persona per metterlo al corrente della situazione. Oggi, dopo un anno, nessuno si è fatto ancora sentire».

Lorenzo Cannataro del gruppo I guardiani del cielo, intervistato per fornire la sua ricostruzione, ritiene che una delle possibili cause possa essere individuabile nella massiccia presenza di velivoli che rilasciano sostanze chimiche nell’aria: «Sopra la piana di Sibari passano, in un solo giorno, anche 70-80 aerei i quali rilasciano scie di sostanze che si diffondono nell’ambiente. Ci piacerebbe che fosse l’Arpacal a fare questo tipo di rilievi».

Una visione, quella di Cannataro, che strizza l’occhio alle teorie del complotto ma che è largamente diffusa e sostenuta anche dagli amministratori. Secondo chi amministra, infatti, sarebbe la mano dell’uomo ad aver causato questi danni ambientali e ad aver deliberatamente rilasciato queste sostanze attraverso esperimenti condotti dalla geoingegneria climatica, un nuovo campo della scienza che vede l’«applicazione dell’ingegneria allo studio e alla soluzione dei problemi terrestri, che appronta tecniche e procedimenti adatti a risolvere specialmente quelli legati al clima e all’ambiente».

Queste pratiche sollevano preoccupazioni etiche e rischi ambientali alimentando un acceso dibattito sulla sua applicabilità e sicurezza. In attesa dei riscontri da parte della Regione, l’amministrazione intende comunque proseguire in due direzioni: attività di screening della popolazione (che prevede l’analisi della concentrazione di vitamina d e calcio negli abitanti) e di prevenzione, attraverso il consumo di alimenti che contrastano l’accumulo di metalli pesanti nell’organismo e la limitazione dell’occupazione dei piani inferiori degli edifici, quando possibile.

Teorie a parte, ciò che ci interessa è che si risalga alle cause che hanno prodotto un evidente ed inequivocabile aumento della presenza di alluminio, stronzio e bario nell’ambiente e che può rappresentare un percolo per la salute dei cittadini.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.