Madeo riaccende i riflettori sull'Iraceb: «Porterò la questione a Palazzo Campanella»
La consigliera regionale raccoglie l'appello del consigliere comunale Uva, per restituire alla comunità un centro culturale che, per vocazione, rappresenta non soltanto la città ma l’intera Calabria. Un patrimonio culturale dimenticato da oltre dieci anni
CORIGLIANO-ROSSANO - La Calabria rischia di perdere un altro pezzo fondamentale della propria storia. L’Istituto Regionale per le Antichità Calabresi e Bizantine (IRACEB), nato con una legge regionale e ospitato a Rossano nello storico Palazzo Martucci, è ormai ridotto a una scatola vuota: senza organi direttivi, senza personale, senza un piano di rilancio. E soprattutto senza risposte da parte della Regione Calabria, che ne è responsabile diretta.
A farsi promotrice della battaglia in difesa dell'Iraceb è la consigliera regionale Rosellina Madeo, che accende i riflettori sulla lunga e inspiegabile chiusura dell’Istituto ospitato all’interno dello storico Palazzo Martucci, nel centro storico di Rossano. L’edificio, un tempo cuore pulsante di studi e ricerche sulle radici culturali della regione, ha chiuso i battenti da oltre dieci anni. Da allora, centinaia di testi e documenti antichi — materiali di grande valore storico — risultano completamente inaccessibili a studiosi, cittadini e visitatori.
Madeo ricorda che la Regione, in base alla legge del 1989, era stata individuata come principale ente finanziatore dell’Istituto. Tuttavia, la mancanza di fondi e la complessità di iter burocratici hanno portato alla chiusura prolungata di Palazzo Martucci, lasciando «un patrimonio culturale della collettività abbandonato a se stesso, impossibilitato a rivivere nella memoria delle nuove generazioni».
La consigliera sottolinea di aver raccolto l’appello del territorio e, in particolare, quello del consigliere comunale di Corigliano-Rossano Antonio Uva, che da tempo chiede chiarezza sul futuro dell’Iraceb. L’obiettivo è restituire alla comunità un centro culturale che, per vocazione, rappresenta non soltanto la città ma l’intera Calabria.
Per questo motivo Madeo annuncia di voler presentare un’interrogazione a Palazzo Campanella, chiedendo un intervento concreto per sbloccare la situazione e permettere nuovamente la consultazione dei preziosi testi conservati nella struttura. «Documenti che - ricorda la consigliera - sono fonti fondamentali della nostra storia, delle nostre tradizioni e delle nostre radici».
L’iniziativa punta ora a riaccendere l’attenzione delle istituzioni su un giacimento culturale di grande valore, affinché possa tornare a essere fruibile e diventare finalmente il polo identitario che la Calabria merita.