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A Corigliano-Rossano si produce uno dei mieli più buoni al mondo: grazie alle api e alle clementine

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CORIGLIANO-ROSSANO – Il sistema naturale di cui beneficia Corigliano-Rossano, risalendo dal torrente Colagnati fino ad arrivare all’altopiano silano, offre con le sue piante, con i suoi fiori, con i suoi frutti e con il suo clima un habitat ideale per le api. Insetti preziosi per l’impollinazione, per la difesa della biodiversità ma anche e soprattutto per il miele. Proprio il miele prodotto a Corigliano-Rossano è uno dei migliori, il più buono, non solo in Italia ma in Europa e nel resto del mondo, dal gusto unico e inconfondibile. Ne sono prova i diversi premi e riconoscimenti attribuiti negli anni alle aziende apistiche del luogo, più di cento apicoltori tra professionisti e lobbisti.

Nella Giornata Mondiale delle Api, che ricorre oggi, 20 maggio, istituita dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nel 2018, ci siamo fatti raccontare lo straordinario mondo delle api e del processo di formazione del miele da Carmela e Gennaro Lupinacci, che qualche anno fa hanno deciso di intraprendere questa pratica, l’apicoltura, tanto antica ma ancora poco conosciuta. «Un lavoro che richiede passione, sacrificio, preparazione e rispetto per l’intero ambiente. Non è per tutti. Non ci si può alzare la mattina – spiegano Carmela e Gennaro - e inventarsi apicoltori, bisogna formarsi bene attraverso corsi e pratica. Un lavoro che ti impegna totalmente, giorno e notte. Per fare un esempio, noi pratichiamo il nomadismo che in apicoltura consiste nel trasferire gli alveari di notte, quando tutte le api sono in casa, da un territorio all’altro, verso altre fioriture, per una produzione migliore e diversa del miele».

Tra i mieli prodotti nel territorio di Corigliano-Rossano abbiamo quello di agrumi (immancabile clementina), di millefiori, di castagno, di biancospino, di eucalipto e di acacia. Ma il più apprezzato e venduto resta il miele di agrumi e di millefiori. Se dal nettare dei fiori le api producono miele, dalla linfa prelevata dalle foglie producono la melata di bosco, dal colore scuro e molto scuro, con retrogusto del bosco se di quercia o di mandorla. Altra sostanza la pregiata pappa reale, tramite cui si nutre solo la larva della regina. Ha una consistenza gelatinosa, sul bianco, dal sapore acidulo.  Ancora il propoli, una sostanza che le api prelevano dalla corteccia degli alberi e la utilizzano per sigillare l’alveare.

Queste diverse sostanze hanno proprietà antibatteriche, antinfiammatorie, energizzanti, utili per il sistema immunitario e tante altre ancora.

«Tutto questo – chiariscono i fratelli Lupinacci - è possibile grazie alla società ben strutturata del mondo delle nostre amiche api. Su tutte la regina, l’unica dell’alveare a deporre le uova. Effettua un solo volo, il cosiddetto volo nuziale, uscita dall’alveare pronta all’accoppiamento richiamerà i fuchi intorno, i quali moriranno dopo la fecondazione. Intorno alla regina abbiamo le damigelle di corte. Le api spazzine il cui compito è pulire le cellette. Le guardiane, più esperte, controllano che nessuno si avvicini all’alveare. Le api operaie non lasciano mai il telaino. E poi, infine, le più anziane, le api bottinatrici, che sono quelle che producono il miele. In uno stesso alveare non possono vivere due regine, una delle due dovrà lasciare l’alveare ma non lo farà sola, con un richiamo particolare si porterà dietro le sue figlie».  

«È anche vero però - continuano - che sul miele, soprattutto al sud, c’è ancora poca consapevolezza sul valore e poca conoscenza della qualità. Spesso, ad esempio, i clienti vedendo il miele cristallizzato pensano sia colpa di tracce di zucchero presenti all’interno, ma non è assolutamente così. Il miele più è dolce e prima cristallizza, cosa che invece non succede a quello di castagna. Inoltre bisogna preferire il prodotto locale, quello 100% made in Calabria, per gustare davvero qualcosa di naturale, originale e autentico».

«Per produrre il miele di qualità non basta il duro lavoro, noi apicoltori, oltre al rispetto di regole in materia di sicurezza alimentare, combattiamo ogni giorno contro tanti pericoli: incendi, furti di alveari, parassiti che minacciano la sopravvivenza delle api, ad esempio l’acaro varroa, o ancora la minaccia dei pesticidi, i cambiamenti climatici e la siccità».

«Serve inoltre una maggiore cooperazione tra gli apicoltori del posto, fare squadra per incentivare la promozione e la valorizzazione del nostro prodotto e per combattere la concorrenza del miele di bassa qualità» concludono.

Luigia Marra
Autore: Luigia Marra

Mi sono diplomata al Liceo Classico San Nilo di Rossano, conseguo la laurea in Lettere e Beni Culturali e successivamente la magistrale in Filologia Moderna presso Università della Calabria. Amo ascoltare ed osservare attentamente la realtà di tutti i giorni. Molto caotica e confusionaria, ma ricca di storie, avvenimenti e notizie che meritano di essere raccontate.