San Cosmo Albanese è fiera per la nomina di Francesco Minisci come Procuratore della Repubblica a Frosinone
Tra i primi a congratularsi con il magistrato è stato il Sindaco Damiano Baffa

SAN COSMO ALBANESE - Cosentino e arbëresh doc, con una carriera impressa in inchieste significative, magistrato d'azione, noto per il suo rigore e la sua capacità di analisi, Francesco Minisci, con una scelta fuori dagli schemi, vista l'eccezionalità della sua persona, è stato nominato dal Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura nuovo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Frosinone.
Tra i primi a congratularsi con il magistrato è stato il Sindaco di San Cosmo Albanese,Damiano Baffa, che a nome di tutta l'Amministrazione comunale e della comunità arbëreshe ha espresso profondo orgoglio per il suo concittadino.
«Un traguardo che onora tutti noi e conferma, se mai ve ne fosse bisogno, il suo alto profilo umano e professionale, frutto di un percorso costruito con profonda dedizione e impegno, con integrità morale e radicato senso dello Stato. San Cosmo Albanese - conclude nel suo messaggio di auguri il Sindaco Baffa - si riconosce pienamente nella sua figura e ne condivide con fierezza il successo».
Magistrato dal 1997, esperto in criminalità organizzata, terrorismo e reati economici, Minisci ha lavorato nelle procure di Cosenza e Roma e nelle Direzioni Distrettuali Antimafia di Catanzaro e Roma.
Figura di spicco della magistratura italiana (è stato Presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati nel 2018-2019, ndr), l'equilibrato giudice calabrese, che non teme certo il peso degli impegni difficili, si è distinto anche per avere un ruolo attivo nella formazione giuridica, come testimoniato dalla pubblicazione di vari testi tra cui "La giustizia italiana raccontata a un alieno".
Una nomina, la sua, accolta con grande entusiasmo nel capoluogo laziale, che riconosce i meriti del giudice calabrese. Un incarico ricevuto non per giochi equilibristici o con misteriosi patti tra correnti, senza alcuna cordata a fare azione di lobbying, ma tutto per merito di un curriculum che parla da sé: grande rigore professionale, silenziosa quanto efficace operosità, incredibile capacità investigativa, sempre attento al cuore delle cose spinose e lontano dal clamore della giustizia spettacolo
Dopo il suo ingresso in magistratura, nel 1999 Minisci viene nominato Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Cosenza, chiamato ad operare in una città difficile, un laboratorio criminale dove la criminalità organizzata assume forme mimetiche e raffinate. Qui, per dieci anni, si occupa di reati contro la pubblica amministrazione, di usura, estorsioni, crimini economici.
Ed è proprio in Calabria che inizia ad affinare un tratto distintivo: la capacità di vedere il quadro generale senza perdere mai il dettaglio. Una dote che tornerà molto utile nella seconda parte del suo percorso.
Nel 2002 Minisci approda alla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, dove non si limita a indagare gli effetti ma arriva a toccare la radice del potere criminale, occupandosi di 'ndrangheta pura, di droga, di estorsioni con aggravante mafiosa e, soprattutto, di omicidi. Coordina il processo "Twister", indagine simbolo sull'usura a Cosenza. Le supplenze alla Procura Generale di Catanzaro ne irrobustiscono ulteriormente il profilo: ed è a quel punto che Roma lo chiama.
Nel 2009 è nella Capitale, presso la Procura della Repubblica. La sua attenzione si sposta subito sui reati gravi contro il patrimonio, ma nel 2011 è la minaccia del terrorismo interno - anarco-insurrezionalismo e antagonismo sociale - ad assorbirlo.
Quando nel 2013 entra nella DDA di Roma, si è già affermato come profilo di prim'ordine, diventando nei successivi dieci anni la colonna portante del contrasto alla criminalità organizzata romana, distinguendosi per la gestione dei collaboratori di giustizia, per l'uso sapiente delle rogatorie internazionali, per la tenuta dei processi più delicati. Perché Minisci è uno che non ha bisogno del clamore per mostrare il peso.
Il Consiglio Giudiziario della Corte d'Appello di Roma, nel marzo 2024, lo ha definito con parole che si usano di rado: "rigore giuridico", "acume investigativo", "grande senso pratico", "professionalità encomiabile". Ma c'è di più: chi lo ha visto in Aula racconta della sua padronanza dell'arte dell'interrogatorio, della costruzione serrata delle strategie processuali: un vero magistrato di scuola, ma anche di trincea. Insomma, uno che sa stare tanto tra i faldoni quanto tra gli uomini.
Dopo un periodo di supplenze e reggenze, Minisci prende il posto dell'uscente Procuratore Antonio Guerriero, andato in pensione nel maggio dello scorso anno. È interessante notare che l'ultimo incarico, quello che nel 2023 lo ha riportato nel gruppo antiterrorismo della Procura di Roma, è avvenuto proprio mentre prendeva forma la sua candidatura per la guida della procura ciociara. Chi oggi a Frosinone si aspetta di vedere in azione un Procuratore paludato, chiuso nel suo ufficio, farebbe bene a ricalibrare l'immaginazione: perché Minisci è un vero uomo d'azione, con la lucidità del giurista.
A Frosinone arriva un magistrato che ha fatto dell'equilibrio la sua cifra, dell'analisi il suo metodo, del servizio pubblico la sua vocazione. Per la provincia ciociara, un'occasione da cogliere; per la magistratura, un segnale che la competenza conta: per questo la nomina di Francesco Minisci è un netto segnale di controtendenza.