23 ore fa:Auto con tre giovani si schianta nei pressi del Porto: grave un ragazzo di 14 anni
18 ore fa:Calabria in lutto per Papa Francesco: la visita a Sibari ricordo indelebile
20 ore fa:Il primo Papa moderno che toccò il suolo della Sibaritide: «La ‘ndrangheta adorazione del male»
23 ore fa:In libertà il 30enne arrestato nel Centro storico di Rossano per spaccio
15 ore fa:San Giorgio Albanese celebra Don Giulio Varibobba e lancia la destinazione turistico-culturale "Arberia"
1 ora fa:L'arte dei bambini da 150 Paesi "invade" Roma con la curatela della rossanese Anna Palermo
21 ore fa:Morte Papa, Mons. Aloise apprende la notizia a Istanbul e chiama l'Arcidiocesi alla preghiera
12 ore fa:Tragedia a Spezzano Albanese: motociclista perde la vita in un incidente stradale
23 ore fa:È morto Papa Francesco
16 ore fa:Frascineto si prepara a vivere le Vallje: domani una giornata tra tradizione, identità e condivisione

L'Ospedale "Chidichimo" tra proteste e sentenze rimane ancora una chimera

1 minuti di lettura

TREBISACCE – A Trebisacce si torna a protestare per garantire ai cittadini il diritto alla salute. Dal 2015 tre sentenze del Consiglio di Stato (2015, 2018 e 2020) si sono pronunciate a favore della riapertura del presidio ospedaliero “Guido Chidichimo” ma, ad oggi, a nessuna di queste è stata data esecuzione.

L’inosservanza di questi provvedimenti ha causato, e causa ancora, episodi di malasanità che si ripercuotono negativamente sulla salute e sul benessere dei cittadini. «Il piano di riordino approvato dalla Giunta regionale – spiega Pasquale Corbo del Laboratorio Politico (Sinistra)² - ha riconosciuto il diritto alla riapertura ma lo ha fatto declassandolo ad Ospedale di Zona Disagiata. Questo è inaccettabile poiché significa accettare un presidio incompleto. Noi chiediamo che vengano applicate pienamente le sentenze e che gli abitanti di questo territorio non vengano trattati come cittadini di serie B».

Il 15 febbraio, il Consiglio di Stato tornerà ad interrogarsi sul futuro dell’Ospedale di Trebisacce. «Chi tiene chiuso il Chidichimo – affermano nella nota i membri di (Sinistra)² - dovrà dare conto del niente targato Regione Calabria. I nemici del territorio lo sappiano: il tempo della pazienza è finito. Ce lo dice la gente comune che sta partecipando nelle ultime settimane alla nostra lotta popolare a favore del Chidichimo. È l’Alto Jonio intero che lo esige, mentre nell’Ospedale si va a morire o a rischiare di morire per colpa delle Destre, a cui preme solo il destino delle strutture private».

«Mai come oggi – continuano - chi tiene davvero al territorio deve fare il suo: agire e non voltare il viso dall’altra parte. Sindaci, rappresentanze politiche, sindacati, intellettuali, mondo della produzione, comuni cittadini: nessuno può più delegare. Aspettiamo con fiducia l’ennesimo parere favorevole del Consiglio di Stato e rimandiamo al mittente regionale il tentativo di cercare e trovare cavilli strutturali sul Chidichimo. Noi di Sinistra al Quadrato ci siamo stati, ci siamo e ci saremo. Chiediamo a tutto l’Alto Jonio di fare altrettanto».

L’Alto Jonio subisce da tempo una spoliazione costante che investe diversi settori. Ciò avviene attraverso «una serie di misure che sembrano vessare sempre e solo la parte debole e povera della società», ha aggiunto Corbo. «Si pensi ai tentativi di soppressione della stazione di Sibari, al dimensionamento scolastico, all’autonomia differenziata: sono tutte scelte politiche tese a fiaccare i più deboli e rinvigorire i forti. Questa direzione intrapresa, sostenuta dalle destre, va necessariamente combattuta».

Per questo motivo il Laboratorio Politico di (Sinistra)², in concomitanza con la convocazione del Consiglio di Stato sul tema, ha deciso di manifestare «contro logica massonica della sanità privata a costo delle vite dei cittadini di questo territorio», invitando tutti davanti all’Ospedale il 15 febbraio al sit-in.

Rita Rizzuti
Autore: Rita Rizzuti

Nata nel 1994, laureata in Scienze Filosofiche, ho studiato Editoria e Marketing Digitale. Amo leggere e tutto ciò che riguarda la parola e il linguaggio. Le profonde questioni umane mi affascinano e mi tormentano. Difendo sempre le mie idee.