Unione comuni della Valle del Trionto: idea necessaria ma per i sindaci... non prioritaria
Caloveto, Longobucco, Crosia e tutti i comuni della Valle del Trionto rischiano l'isolamento. Parlare di unione dei comuni, per garantire maggiori servizi e non rischiare di perderne altri, potrebbe rappresentare una soluzione
CORIGLIANO-ROSSANO - La Valle del Trionto rappresenta naturalmente e geograficamente un territorio unico, una comunità. Infatti, molti paesi sviluppatisi a valle presentano una popolazione “mista” che è frutto della mescolanza tra gli abitanti dei vari paesi limitrofi.
Ai sindaci di Caloveto, Longobucco e Crosia, intervenuti all’Eco in Diretta, il talk della nostra testata condotto dal direttore Marco Lefosse, abbiamo chiesto se fossero maturi i tempi per parlare e discutere di una possibile unione tra i comuni.
Lo stato sembra incentivare tali processi. «È necessario – afferma Mazza, sindaco di Caloveto -, per parlare di fusione o unione, che si avvii un vero e proprio processo. Per noi, considerati i problemi quotidiani che affrontiamo, sarebbe difficile pensare oggi ad un progetto di questo tipo. Veniamo da anni di crisi pandemica ed economica, dobbiamo necessariamente risolvere prima i problemi interni che ci portiamo dietro e magari poi parlare anche di questo, perché no. Non escludo la possibilità che si possa aprire un confronto»
Pirillo, sindaco di Longobucco, è più convinto. «Noi – dichiara - avevamo già introdotto, tempo fa, un discorso di questo tipo. Coinvolgendo i comuni di Caloveto, Cropalati, Bocchigliero e Paludi (successivamente anche Mirto) cercammo di fare ciò che è avvenuto a Casali del Manco, e sul quel modello avremmo istituito poi la Valle del Trionto. Purtroppo questi anni ci hanno costretto ad affrontare altri problemi che ci hanno spinto a mettere da parte questa iniziativa. Ciò che andrebbe fatto, in ogni caso, sarebbe l’unione dei servizi perché col tempo rischiamo di perderne molti».
C’è una realtà tra tutte, però, che può dirsi già frutto di un processo naturale di unione ed è Mirto. «Mirto – ricorda Russo, sindaco della città - rappresenta già un modello di unione. Siamo un comune variegato, composto da famiglie provenienti da tutti paesi della Valle. Da sempre, il lavoro più importante che abbiamo cercato di portare avanti nel nostro Comune è stato proprio creare un’identità, nonostante i paesi coinvolti si somiglino molto per tradizioni e cultura. Detto questo, bisogna assolutamente scommettere su processi di questo tipo che mirano all’ unione dei servizi perché la direzione della micro e macro economia è quella di accorpare più realtà. È un po’ traumatico, forse, pensare già ad una vera e propria fusione, partire con i servizi è sicuramente auspicabile».