Corigliano-Rossano esclusa dal nuovo decreto sui tribunali. Il PD: «Un’ingiustizia da sanare»
Il segretario cittadino dem: «La sicurezza non è a geometria variabile»

CORIGLIANO-ROSSANO – Dura presa di posizione del Partito Democratico cittadino dopo l’approvazione del decreto-legge n. 135 del 22 luglio 2025, che istituisce il Tribunale della Pedemontana con sede a Bassano del Grappa, ma non prevede alcuna misura per la riapertura del Tribunale di Rossano, soppresso nel 2012 nell’ambito della cosiddetta “riforma Severino”.
Il segretario del PD di Corigliano-Rossano, Francesco Madeo, parla di «atto politico gravissimo» e denuncia un’ingiustizia istituzionale che colpisce una delle realtà urbane più grandi e complesse della Calabria, oggi città unica, frutto della fusione tra Corigliano Calabro e Rossano.
«Non si tratta di una dimenticanza tecnica, ma di una scelta pienamente politica – afferma Madeo –. Siamo di fronte a logiche di rappresentanza territoriale profondamente squilibrate e all’assenza di peso della delegazione parlamentare calabrese di centrodestra, con il senatore Ernesto Rapani in testa».
Il PD punta il dito anche contro il silenzio di altri rappresentanti istituzionali, tra cui il deputato Domenico Furgiuele, accusato di essere “scomparso dal territorio” proprio mentre la città vive uno dei momenti più critici sul piano della sicurezza pubblica.
Nelle ultime settimane, infatti, Corigliano-Rossano è stata teatro di sparatorie, attentati incendiari, intimidazioni e un’escalation di atti criminali che ha generato un clima di forte tensione sociale. Le parole del Procuratore della Repubblica Alessandro D’Alessio, che ha invocato tolleranza zero e una presenza attiva dello Stato, sono state chiare: «Nessuno deve sentirsi in balia della violenza».
Anche il Questore Cannizzaro, nel tentativo di contenere il degrado, ha disposto provvedimenti di sospensione per attività commerciali legate ad ambienti criminali, usando gli strumenti amministrativi per ribadire il controllo dello Stato sul territorio.
In questo contesto, l’esclusione della città da un provvedimento legislativo che avrebbe potuto ricostruire un presidio di legalità fondamentale come il Tribunale, viene letta come un segnale profondamente negativo.
«Ridurre quanto sta accadendo a Corigliano-Rossano a un problema di “squinternati criminali” è superficiale – sostiene Madeo –. Così si disarma moralmente una comunità che invece ha bisogno di essere rafforzata nella fiducia verso le istituzioni».
Il Partito Democratico chiede ora con forza: che il Parlamento corregga il decreto nella fase di conversione, reinserendo la riapertura del Tribunale di Rossano; che Regione Calabria, parlamentari, sindaci, cittadini e professionisti si mobilitino per una battaglia comune; che il Governo riconosca l’anomalia istituzionale e territoriale di questa esclusione, alla luce anche della legge Delrio (n. 56/2014), che valorizza i comuni fusi come base per l’organizzazione dei servizi; che vengano potenziati urgentemente gli organici delle forze dell’ordine, soprattutto nei quartieri costieri più esposti, come Schiavonea e Sant’Angelo, anche con strutture mobili nei mesi estivi.
«La giustizia non può essere barattata con logiche di potere – conclude Madeo –. Il nostro territorio ha diritto alla sicurezza, ai servizi e alla legalità. Ora è il tempo dell’azione, non delle parole. La legalità non si proclama, si costruisce ogni giorno: con responsabilità, unità e coraggio».