Pendolari abbandonati tra fiamme e disorganizzazione: l'incubo sulla linea jonica
Ieri pomeriggio il regionale Crotone a Sibari si è dovuto fermare a Melissa a causa dell'incendio di Punta Alice. I pendolari: «Aspettavamo il bus sostitutivo ma ci hanno lasciati soli». Sul treno anche donne incinte e cardiopatici

CORIGLIANO-ROSSANO - È stato un viaggio infernale quello vissuto dai passeggeri del treno regionale partito ieri alle 17.30 da Crotone verso Sibari. Un incendio di proporzioni gigantesche ha avvolto la pineta di Punta Alice a Cirò Marina, oscurando il cielo e costringendo al blocco la linea ferroviaria jonica e la SS106. Ma se le fiamme hanno spaventato l’intero territorio, la gestione dell’emergenza da parte di Trenitalia ha lasciato senza parole chi era a bordo.
«All’inizio ci hanno detto di stare tranquilli – racconta una pendolare – che sarebbe arrivato un pullman sostitutivo per portarci oltre la zona dell’incendio. Eravamo fermi nella stazione di Torre Melissa, con il fumo che si vedeva a distanza, mentre il capotreno e il personale continuavano a rassicurarci. Passava il tempo, ma del pullman nessuna traccia».
Sono passate così due ore e mezza. Nel frattempo, sui sedili del regionale, c’erano pendolari stanchi dopo una giornata di lavoro, una donna incinta che iniziava a sentire dolori e un uomo cardiopatico visibilmente provato. Nessuno scendeva, confidando nelle rassicurazioni del personale, fino a quando è arrivata la comunicazione che nessuno avrebbe voluto sentire.
«Il capotreno ci ha detto che dovevamo scendere – prosegue la testimone – perché il treno sarebbe tornato a Crotone lasciando tutti a piedi a Torre Melissa. Non ci potevamo credere. Eravamo lì da ore e all’improvviso ci hanno abbandonati senza alcuna alternativa».
Tra i passeggeri c’è chi ha iniziato a telefonare a parenti e amici per farsi venire a prendere, chi piangeva dalla rabbia, chi cercava di capire come tornare a casa. La stessa testimone è stata recuperata dal marito, ma la giornata si è trasformata in un vero incubo: «Mentre tornavamo a casa, stremati, siamo rimasti anche coinvolti in un tamponamento. Sono uscita di casa alle sei del mattino e sono rientrata alle undici di sera. Non ci volevo credere. Sarebbe bastato un pullman organizzato con un percorso alternativo da Cirò Superiore, ma non c’era alcun piano B».
Intorno, i volti esausti di chi, dopo una giornata intera di lavoro, si è trovato abbandonato in una piccola stazione senza assistenza, senza spiegazioni, senza conforto. In molti hanno sottolineato la totale assenza di informazioni da parte di Trenitalia, se non ripetute rassicurazioni mai seguite dai fatti.
«Una vergogna – conclude la pendolare – donne incinte, cardiopatici, pendolari. Tutti abbandonati a se stessi. Questa è la Calabria. Sempre la stessa storia: incendi, strade chiuse e nessuno che si preoccupi davvero delle persone.»