Co-Ro: «Una nuvola di radiazioni invisibili incombe sulla testa dei nostri bambini»
È quanto denuncia un comitato cittadino in merito all’istallazione di un’antenna civetta di 30 metri che collega altre antenne vicinissima alle scuole di tutta la città in via Nazionale: «Prima la salute e poi gli interessi economici»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Tra le cose strane di questa città, dopo che ci è stato tolto il tribunale per spedirlo in una piccola cittadina a ottanta km di distanza, adesso ce n’è una ancora più curiosa. Dopo avere girato invano tutta la città, le compagnie telefoniche hanno trovato due siti in mezzo alle case, sfruttando la disponibilità di un proprietario di terreno e di un condominio privati i quali, pur di racimolare quattro denari, accettano di mettere a possibili rischi sanitari la popolazione. Un’antenna di 30 metri che dovrebbe fungere da civetta per altre antenne dentro le case di Oliveto Longo, e un’altra su un palazzo dentro il quartiere Petra vicinissima alle scuole di tutta la città in via Nazionale».
È quanto si apprende da un comunicato stampa del Comitato No inquinamento elettromagnetico e Sì alla salute.
«Si è piazzata un’antenna che emette una nuvola di radiazioni sopra le teste dei bambini di Rossano per molte ore al giorno e che copre buona parte della città esponendo tutti i cittadini, specie di notte, al rischio di esposizione a frequenze molto alte. Tutto ciò col parere preventivo favorevole della Arpacal, agenzia regionale per la protezione ambientale e con l’assenso firmato da un dirigente del comune».
«I cittadini non accettano di mettere a rischio possibile la vita dei propri figli e la propria per avere un telefono più potente, quando si può ottenere analogo risultato utilizzando aree lontane dagli abitati. Dunque abbiamo avviato i contatti con l’amministrazione perché si provveda a riparare gli errori con un adeguato piano antenne. Inoltre avvertiamo i privati che si sono prestati a questo gioco “sporco” che oltre a continuare la battaglia per lo spostamento di questi impianti in luoghi sicuri, qualora dovessero manifestarsi conseguenze sanitarie per chi ha già patologie, o anche per altri, li riterremo responsabili degli eventuali danni e pretenderemo per via legale il risarcimento. Prima la salute e poi gli interessi economici».
(Fonte foto i404)