187esima edizione dei Fuochi di San Marco tra successo e amaro in bocca
Boom di presenze per quello che ormai diventanto l'evento primaverile per eccellenza della Sibaritide
CORIGLIANO-ROSSANO- Un possente vento di Libeccio non ha fermato la voglia di Rossano di aprire le sue porte alla 187esima edizione dei fuochi di San Marco. Presenze da record nel centro storico bizantino per un evento che è ormai un appuntamento fisso di un territorio che, anno dopo anno, sta recependo presenze da fuori regione e da fuori Italia.
Ancora una volta a fare da protagonisti sono stati i tanti giovani che hanno assiepato i luoghi dei ricordi, gli stessi luoghi abitati e vissuti dai loro genitori, nonni e antenati. Piazza Santi Anargiri, Piazza Steri, Corso Garibaldi, via Toscano Mandatoriccio e San Marco sono stati invasi da stands con vino locale e cibi della tradizione come polpette di melanzane, salsiccia, spezzatino e trippa e patate. Tarantelle, quadriglie e canti popolari hanno ravvivato luoghi che, per troppo tempo durante l’anno, vivono nel silenzio e nell’incuria.
Per l’occasione dei fuochi di San Marco sono stati aperti tutti gli scrigni della parte alta del capoluogo bizantino. I tanti curiosi hanno potuto così “scalare” la torre dell’orologio della centralissima piazza Steri, visitare le tante chiese cittadine oppure addentrarsi dentro la spettacolare dimora di Madre Isabella De Rosis, fondatrice della congregazione delle Suore riparatrici del Sacro Cuore.
Unico inconveniente, come già riferito, il forte vento da sud ovest che non ha permesso di accendere tutti i fuochi allestiti nel centro storico di Rossano. A tal proposito è stato encomiabile l’impegno dei vigili del fuoco, oltre che di tutte le forze dell’ordine cittadine.
Serata come queste, però, lasciano un amaro in bocca e un dubbio atavico: perché Rossano non può essere vissuta e attraversata sempre così e non solo la notte tra il 24 e 25 aprile?