16 ore fa:Pasqualina Straface: «Non c’è motivo per trasferire i reparti di ostetricia e ginecologia»
39 minuti fa:C'è anche Palazzo Amarelli tra le 26 dimore italiane scelte per la Festa dell'Agricoltura
9 minuti fa:Trasporti regionali per le Forze di Polizia, la Regione non eroga i fondi e i sindacati chiedo chiarimenti
15 ore fa:Al Liceo Classico “San Nilo” di Rossano parte il progetto “La storia a palazzo” - VIDEO
1 ora fa:Tutto pronto per i festeggiamenti in onore di San Bartolomeo
14 ore fa:Flavio Stasi: «Salviamo la sanità pubblica»
16 ore fa:Motori: ad Altomonte piloti da tutta Italia per la finale nazionale Slalom
1 ora fa:Giovani leoni europei 2023, a Crosia parte il progetto contro la povertà educativa
17 ore fa:Camigliatello Silano, oltre 100mila visitatori per Autunno in Sila
15 ore fa: Madeo sul trasferimento di Ostetricia: «La riorganizzazione sanitaria non sia pretesto per bagarre politica »

Tutelare, conservare e valorizzare i mulini storici della Calabria

2 minuti di lettura

CATANZARO - «La presenza sul territorio calabrese di circa duemila mulini a pietra è un patrimonio storico ed economico che non può essere lasciato improduttivo e all'incuria. Un tempo fortemente utilizzati, in particolare per la macinazione del grano e del mais, più in generale del frumento e la trasformazione dei semi in farine, era considerata un'industria a cielo aperto. Questa nostra storia molitoria antichissima deve sollecitare la Giunta Regionale della Calabria all'approvazione di una legge e definirne un quadro normativo per la tutela, conservazione, restauro e valorizzazione dei mulini storici a pietra, anche di quelli ancora attivi».

Pino Campisi (Presidente di Acli Terra Calabria) e Valerio Caparelli (Presidente dell'associazione Comunità dei grani antichi e dei mulini a pietra), assieme ai soggetti promotori e al partenariato, sostengono che «un significativo sviluppo locale e della tutela ambientale possa realizzarsi anche attraverso azioni di rilancio del settore molitorio storico, azionato sia ad acqua che elettrico con macine in pietra».

«Questa azione – spiegano - sarebbe un punto di rilancio propositivo per le potenzialità e identità territoriali, considerando che circa venticinque mulini a pietra, sia ad acqua che elettrici, sono ancora funzionanti e attivi e producono farine di altissima qualità».

La legge, secondo Campisi e Caparelli, «porterebbe una positiva regolamentazione per la difesa di beni ambientali, storici e dell'archeologia industriale, nonché per il riuso e la tutela dei mulini a pietra attivi, la salvaguardia di una cultura pre-industriale di notevole importanza storico-economica e produttiva. Inoltre, anche gli antichi mulini ad acqua possono trasformarsi in luoghi storico-culturali-ambientali, sentinelle strutturali nel mondo antropologico-rurale. Sarebbe una ritrovata opportunità nel quadro delle produzioni agricole in grado di mantenere redditività e nello stesso tempo salvaguardare e valorizzare l'ambiente naturale e il territorio in cui operano».

«Gli interventi previsti dalla legge per promuovere la salvaguardia, la rigenerazione, nonché il ripristino, il restauro il patrimonio architettonico-paesaggistico e la conservazione dei mulini storici ad acqua, vengono finalizzati non soltanto ad un principio di conservazione strutturale, ma anche alla riacquisizione da parte del mulino della sua completa funzione sociale e funzionalità, compresa la ricerca scientifica sul valore del cibo, così come previsto dalla proposta di legge. In tal senso, risulta molto utile l'opportunità di coniugare indagini scientifiche, tipicamente afferenti alle discipline Stem (in italiano Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica, ndr), con quelle classiche inerenti alle tradizioni e alla storia dei mulini, oltre ad indagare, facendo uso di approcci scientifici moderni, le proprietà nutraceutiche che possono risiedere tanto nelle materie prime selezionate per le lavorazioni quanto nei processi con particolare riferimento alla molitura tradizionale».

«Il mulino ad acqua, con le sue macine in pietra, potrebbe divenire luogo in cui si trasformano quelle produzioni locali tipiche del territorio e sede di molteplici iniziative di cultura enogastronomica che, utilizzando il richiamo della "visita al mulino ad acqua", diventi messaggio di valorizzazione della cultura materiale storica di quel determinato territorio e contribuisca a sviluppare innovative e contemporanee forme di restanza, per come ci sollecita una letteratura propositiva e propulsiva di antropologia territoriale. La Regione Calabria, nella legge da emanare, potrà individuare anche finanziamenti comunitari e del PNRR, sia per i Comuni che per i privati. I Soggetti promotori ACLI Terra Calabria e Associazione "Comunità dei grani antichi e mulini a pietra", insieme ai componenti del partenariato, composto da UCID CalabriaAIAMSAssociazione CRISEAAccademia delle Tradizioni Enogastronomiche di Calabria, Fondazione PINTA ITSFAI Cisl CalabriaACAI (Associazione Calabrese Archeologia Industriale), FAI Cisl RC e Associazione Parco Agricolo Calabria, chiederanno un incontro all'Assessore regionale Rosario Varì per illustrare e consegnare la proposta di legge» concludono.

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.