La ex Statale 177 sta cadendo: un'altra strada delle terre che rischia di sparire
Continua il nostro viaggio tra le strade dell'entroterra della Sila greca. Oggi siamo sulla Destro-Longobucco, l'arteria che nel 2009 subì grossi danni a seguito dell'alluvione, è priva di manutenzione eppure lungo quegli 8 km "viaggia" l'economia
LONGOBUCCO - C'è uno spartiacque nella storia della mobilità di Longobucco, della Valle del Trionto e più in generale della Sila greca; una data precisa: il 25 settembre 2009. Quel giorno su quel territorio si abbattè un forte nubifragio. Una vera e propria alluvione che tra i tanti danni che provocò al piccolo centro pre silano, di cui ancora oggi a distanza di 13 anni si vedono ferite profonde, fece franare anche un tratto importante della ex Statale 177, quello a monte, a ridosso dell'ingresso del centro abitato.
Una circostanza che impose alle Istituzioni di accelerare le procedure per la messa in esercizio e il completamento della nuova strada Sila-mare che fino ad allora ebbe un destino avverso (ne abbiamo parlato qui).
Dal 2009 ad oggi la grande arteria di collegamento tra il mare e le montagne, in poco più di 30 minuti, ha avuto un grandissimo impulso nella realizzazione e oggi dacché quella strada a scorrimento veloce si fermava a vedere solo le montagne nel cuore della Valle del Trionto, si affaccia nientemeno che sull'orizzonte prossimo del mare.
Ma non è della nuova via d'accesso tra il parco della Sila e le coste joniche che vi parliamo ora. Ma del vecchio tracciato. Che fine ha fatto l'ex Statale 177, la storica Rossano-Sila? Dopo l'alluvione del 2009 vennero effettuati dei lavori di ripristino del tracciato per consentire alla popolazione longobucchese di raggiungere il cimitero civico, le contrade a valle e le tante imprese produttive che si trovano - ancora oggi - ad operare lungo il versante destro del Trionto.
Furono quelli, però, i primi e gli ultimi interventi di messa in sicurezza. Da allora, con la strada passata sotto l'egida della Provincia di Cosenza, non venne fatto più alcun tipo di manutenzione ordinaria (tantomeno straordinaria). Tutto rimane, da circa 10 anni (ma in alcuni tratti anche da 20 anni!) in preda all'abbandono e al degrado.
Eppure così come la provinciale 250 Rossano-Cropalati, di cui ci siamo occupati qualche giorno fa, quella strada - dicevamo - rappresenta uno strumento importante a sostegno della produttività di numerose imprese della Sila Greca. Lungo la centosettantasette sorgono aziende agricole, aziende zootecniche, piccole industrie artigianali e di trasformazione dei latticini che rappresentano un'eccellenza per la Calabria del nord est. Alcune di queste stanno pensando di abbandonare il territorio di Longobucco per trasferirsi in zone più agevoli sulle connessioni. E tutto questo perché non si riesce ad intervenire su quegli 8 km di asfalto, pietre e cemento.
Ci sono punti critici, molto pericolosi che alle prossime piogge rischiano di franare e di cancellare definitivamente il tracciato. Uno in particolare, che attraversa località Pietra Cutale, dove le reti di contenimento dell'imponente costone roccioso sono divelte da tempo e il versante della collina degrada costantemente lungo la strada. Se a questo si aggiunge il fatto che si tratta di un'opera ingegneristica che ha oltre un secolo di vita, è facile immaginare quanto sia precaria la condizione strutturale di quell'impianto viario.
Tra l'altro la nuova Sila-Mare, pur viaggiando parallelamente alla ex Statale 177, non garantisce le stesse funzioni del vecchio tracciato. Quindi non è pensabile trasferire il traffico della vecchia strada su quella nuova. E questo per due ordini di motivi: il primo relativo alla conformazione del territorio, trattandosi di una zona molto scoscesa che pone i tracciati (seppur vicini) su due diverse quote altimetriche; il secondo meramente strutturale, perché la Sila-mare viaggia quasi per intero su ponti e viadotti sui quali non è possibile creare ulteriori innesti viari.
Quindi la ex SS177 continua ad assumere una funzione strategica soprattutto per l'economia del territorio. Possibile che non si riescano a trovare fondi e risorse per mettere in sesto quegli 8 km di strada?