Bollette alle stelle, protesta degli agricoltori: «Situazione insostenibile»
Aceto (Coldiretti): «Per mitigare gli effetti derivanti da una situazione di emergenza occorrono misure eccezionali; credito di imposta almeno al 45%, il taglio netto dell'Iva sulle forniture energetiche e quello del cuneo fiscale su tutti i lavoratori»
CATANZARO - È l'agroalimentare italiano a scendere per primo in piazza nella nuova legislatura con migliaia di contadini con animali e prodotti tipici al seguito per denunciare una situazione insostenibile che minaccia il lavoro, l'economia e la sopravvivenza del Made in Italy a tavola, a causa dell'esplosione dei costi di produzione scatenata dalla guerra in Ucraina.
Questo accade all'apertura del Villaggio dei contadini nel Castello Sforzesco di Milano, al quale stanno partecipando diverse aziende agricole calabresi.
«Una manifestazione di protesta – comunica Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria - in Piazza Cannone nel Parco Sempione di Milano per sottolineare la drammaticità del momento con l'aumento dell'inflazione e delle bollette. La situazione - continua - è da allarme rosso e più di un italiano su due (51%) taglia la spesa nel carrello a causa della crescita record dei prezzi che ha ridotto il potere d'acquisto dei cittadini con un effetto a valanga sull'intera filiera agroalimentare che dal campo alla tavola che a livello nazionale vale 575 miliardi di euro, quasi un quarto del Pil nazionale, che dal campo alla tavola, vede impegnati ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio».
Il 18% dei consumatori per effetto dell'inflazione rilevata dall'Istat dichiara di aver ridotto la qualità degli acquisti, orientandosi verso prodotti low cost per poter ad arrivare a fine mese, mentre solo 1/3 (31%) è riuscito a non modificare le abitudini di spesa.
«Gli italiani – sottolinea la Coldiretti – vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Se i prezzi per le famiglie corrono, l'aumento dei costi colpisce duramente l'intera filiera agroalimentare diffusa su tutto il territorio che quotidianamente rifornisce le tavole dei consumatori italiani. Nelle campagne – denuncia la Coldiretti - ben 1/3 delle aziende agricole sta lavorando in perdita a causa di rincari dei costi che vanno dal +250% dei concimi al +95% dei mangimi al +110% per il gasolio fino al +300% delle bollette per pompare l'acqua per l'irrigazione dei raccolti. Il risultato è un aggravio medio di oltre 17mila euro per azienda, mentre crolla il valore aggiunto (-42%)».
«Non c'è tempo da perdere non è il tempo di una calma piatta– insiste Aceto - bisogna intervenire subito perché la drammatica situazione dei costi delle imprese agricole minaccia direttamente la disponibilità di prodotti per le forniture di cibo alle famiglie con uno shock dal punto di vista alimentare, economico e occupazionale. Nell'ambito delle misure fiscali a sostegno di famiglie e imprese si rende indispensabile – prosegue – la moratoria sui debiti bancari almeno sulla quota capitale. Questo consente al debitore una sospensione, un rinvio oppure una riduzione dei pagamenti dovuti in base al piano di rimborso previsto dal prestito allentando le tensioni di liquidità per un periodo circoscritto e quindi contribuisce a un'impresa o a una famiglia a prendere tempo per riorganizzarsi».
«Ed ancora, per mitigare gli effetti sistemici di uno shock derivante da una situazione di emergenza ed eccezionale – conclude Aceto - occorrono ancora misure altrettanto eccezionali quali il credito di imposta almeno al 45% , il taglio netto dell'Iva sulle forniture energetiche e quello del cuneo fiscale su tutti i lavoratori».