«I riti della Settimana Santa di Cassano sono un patrimonio culturale della Calabria»
L’appello di Pasquale Cersosimo che scrive al sindaco Papasso e al vescovo Savino affinché chiedano al MiBaCT e alla Regione di inserire le manifestazioni nell’Atlante dei Beni culturali
CASSANO JONIO – Il Codice dei beni culturali e del paesaggio, insieme a quelle che sono gli “elenchi” Unesco e le leggi regionali, mirano alla tutela e alla salvaguardia dei beni culturali. Sia quelli materiali che immateriali. In Calabria ne abbiamo tantissimi, alcuni di questi, come il Codex Purpureus Rossanensis, che sono vere e proprie ancore identitarie della nostra regione riconosciute a livello mondiale.
Ce ne sono, però, tanti altri che attendono un riconoscimento ufficiale. E sicuramente tra questi patrimoni culturali ci sono gli antichi riti della Settimana Santa di Cassano Jonio: uno degli eventi più importanti e caratteristici del lungo periodo pasquale calabrese caratterizzato da cerimonie popolari che si perdono nella notte dei tempi, in rituali ancestrali che con il tempo – se non tutelati – rischiano di perdersi. Questi riti, però, non trovano spazio in nessuna nomenclatura ufficiale, come può essere – ad esempio – l’Atlante dei Beni culturali d’Italia.
Da qui l’iniziativa, la proposta e l’appello del collega giornalista cassanese Pasquale Cersosimo al sindaco della città delle terme, Gianni Papasso, e al vescovo della Diocesi di Cassano, Francesco Savino affinché si proceda speditamente appunto verso un riconoscimento ufficiale.
«Nell’Atlante della Regione Calabria, così come in quello del Ministero – dice Cersosimo nella sua lettera inviata a Papasso e Savino - sono contemplate varie feste religiose e tradizioni della nostra Regione ma non è contemplata la Solenne Processione del Venerdì Santo di Cassano né tantomeno i riti quaresimali… La gente di Cassano – aggiunge - non aspetta altro, si tratta delle radici di un popolo, salvaguardarle significherebbe formalizzarle, riconoscerle, renderle ancor più preziose».
Come salvaguardare, allora, i riti della Settimana Santa cassanese? Per Cersosimo «l’Ente Comunale e la Diocesi dovrebbero rendersi promotori della costituzione di un’associazione culturale per la tutela di tali riti, coinvolgendo tutti i gruppi che storicamente compongono la Solenne Processione del Venerdì Santo: Suonatori di trombe e tamburi, Cantanti di Jesù, Portatori della Madonna, Portatori delle Varette, Discipline, Altri volontari».
L’Associazione dovrà avere i seguenti scopi: stabilire un calendario degli eventi del periodo quaresimale, partendo dai falò dei venerdì di marzo, i cosiddetti Fucarazzi, passando per i riti della Settimana Santa fino a giungere alle celebrazioni tradizionali per la S. Pasqua; definire i ruoli dei vari gruppi che partecipano alla realizzazione dei riti quaresimali e della Solenne Processione del Venerdì Santo stabilire i tempi e le modalità di svolgimento della Solenne Processione del Venerdì Santo, secondo l’orario tradizionale, con adeguamenti alla Liturgia; Decidere di anno in anno i vari responsabili dei gruppi, degli eventi e delle manifestazioni dei riti quaresimali.
«Il Consiglio Comunale – dice ancora Pasquale Cersosimo - potrebbe deliberare per l’Istituzionalizzazione delle manifestazioni quaresimali, inserendole tra l’elenco delle tradizioni ufficiali del nostro Comune. Così facendo, si darebbe corpo, per la prima volta, ad una tradizione pluricentenaria, tramandata oralmente di padre in figlio ma mai “messa su carta”, con lo scopo dotarla di una struttura capace di tutelarla, riorganizzarla e tramandarla in maniera ufficiale. Successivamente, l’Ente Comunale potrà richiedere di inserire la tradizione dei Riti Quaresimali di Cassano allo Ionio nell’Atlante del Ministero»