Bonus utenze a Co-Ro: «Beffa per i cittadini. Incompatibile con bonus sociale 2021»
La denuncia di Colamaria (Udicon) che si è fatto portavoce dei cittadini che hanno ricevuto «la sgradevole mail» inerente a tale incompatibilità
CORIGLIANO-Rossano - Misure urgenti di solidarietà alimentare e di sostegno alle famiglie, la beffa per chi aveva ottenuto il bonus sociale nel 2021: non poteva richiedere il contributo per il pagamento delle utenze domestiche (misura C del bando). Se l’avviso pubblico e la comunicazione istituzionale del Comune di Corigliano–Rossano fossero stati precisi, chiari e completi sin dall’inizio, i cittadini avrebbero potuto risparmiare tempo (quello trascorso in fila, al freddo e al gelo, ammassati fuori dalle sedi di Caf e patronati) e denaro (speso per ottenere lo Spid, unico modo per richiedere telematicamente il beneficio)».
È quanto denuncia Ferruccio Colamaria, presidente provinciale dell’unione per la difesa dei consumatori (Udicon) facendosi portavoce della sgradevole sorpresa ricevuta via mail dalla maggior parte dei cittadini di Corigliano-Rossano che avevano fatto richiesta.
«Su 6000 domande pervenute di contributo inoltrate all’indirizzo del Comune 1000 sono state gestite dalla sede Udicon di via Margherita, allo scalo Rossano. Il 25% di queste, erano richieste di cittadini provenienti dall’area di Corigliano che hanno dovuto quindi subire il disagio di spostarsi».
«Chi ha rinnovato l’Isee per il 2021 - precisano - se con un reddito di 8250 euro annui ha automaticamente ottenuto il bonus sociale. Attenendosi al contenuto dell’avviso pubblico iniziale, al nucleo familiare, le cui utenze domestiche potevano essere intestate all’altro coniuge, niente e nessuno precludeva la possibilità di poter richiedere il beneficio per il pagamento delle bollette. L'amministrazione comunale aveva fatto una nota successiva, purtroppo diversi giorni dopo l’inizio delle richieste. Il dettaglio con l’incompatibilità del bonus sociale non era presente nel bando (fonte di riferimento per ciò che concerne le richieste). In questi casi una più attenta comunicazione istituzionale non solo è sinonimo di trasparenza ma diventa anche una doverosa forma di tutela nei confronti dei cittadini-utenti, vittime principali nel caso di comunicazione pubblica deficitaria o peggio assente».
«L’altro paradosso è che mentre la domanda per partecipare al bando doveva essere fatta esclusivamente per via telematica, ora l’istanza va presentata entro il 31 marzo in forma cartacea al protocollo. Si presume a mano non essendovi riferimenti o indirizzi Pec. O si è per la semplificazione oppure no. Delle due l’una».