Un piccolo esercito di calzini spaiati anche a Cariati: quelli dei bimbi dell'istituto omnicomprensivo
Il Sindaco Greco e l’Assessore Bianco li hanno incontrati questa mattina celebrando insieme questa importante giornata di educazione alla diversità e complimentandosi con la comunità scolastica per l'impegno dimostarto
CARIATI - «Non è mai troppo presto per gettare il seme della solidarietà e dell'inclusione, del rispetto e dell'accettazione delle reciproche diversità e della valorizzazione di ciò che rende ognuno di noi unico nel suo genere. Se questo percorso viene incoraggiato, dal basso e con creatività, a partire dalle scuole, acquista maggiore valore ed è destinato ad accompagnare ad ogni piccolo grande passo quelli che saranno gli adulti di domani».
È quanto ha dichiarato il Sindaco Filomena Greco accolta questa mattina insieme all'assessore alle politiche sociali Rosaria Bianco da un piccolo esercito di calzini spaiati (di cui oggi si celebra la Giornata). Erano quelli dei bimbi dell'istituto omnicomprensivo di Cariati.
Sindaco e Assessore hanno colto l'occasione per ringraziare la dirigente Tiziana Cerbino, i docenti, gli operatori scolastici e l'intera comunità educante per lo sforzo e le energie investite in questo tutt'altro che facile periodo che ci costringe a stare distanziati l'uno dall'altro e che impedisce, soprattutto ai bambini, di vivere la spontaneità degli abbracci e dei sorrisi a viso aperto. Entrambe si sono complimentate per la bella pagina di educazione civica resa bella, colorata e creativa per essere recepita ancora meglio dai più piccoli.
«Oggi nessuna coppietta. Calzini spaiati per ogni scarpetta! È un piccolo gesto di libertà che rende più bella la diversità». - È, questo, uno dei diversi messaggi riportati sui cartelloni colorati realizzati dai bimbi delle scuole dell'infanzia e della primaria.
«L'auspicio - ha detto il Primo Cittadino - è quello di poter tornare già quest'estate protagonisti insieme ai nostri bambini degli spazi aperti della città, senza mascherine e senza la paura di avvicinarci troppo agli altri, in un evento a loro dedicato, per conoscere per esempio quali sono i loro sogni per sé stessi e per la loro città».