SS106, non solo Sibari-Co-Ro. Per la Uil «priorità è l'intero tracciato»
Senese: «È giunto il momento di aprirsi a una visione europea delle infrastrutture viarie in questo territorio, una visione che non si restringa solo su una porzione di territorio, ma trovi uno sviluppo complessivo»
CATANZARO - «La Calabria è da sempre la terra delle preposizioni, in particolare della preposizione "ex". Nel campo delle infrastrutture spesso sentiamo parlare al passato di opere iniziate e mai terminate. Non vorremmo che l'ex megalotto 8 della Strada statale 106, quello che sulla carta avrebbe dovuto unire i centri abitati di Sibari, Corigliano e Rossano, si avvii laconicamente lungo il declivio delle opere incompiute, proprio mentre quella fetta di territorio rivendica una definitiva apertura verso Crotone da una parte e il resto dell'Italia e dell'Europa dall'altra».
È quanto scrive in una nota stampa Maria Elena Senese, segretario generale della FenealUil Calabria che così continua: «Il fatto di non riuscire ad avere certezze sul finanziamento dell'opera (si vocifera di un impegno di spesa di 150 milioni di euro su un totale di 500) ci preoccupa. In questa fase delicata per le sorti della nostra regione, che potrebbe perdere l'ultima occasione utile alla sua ripartenza, è il momento di pretendere certezze. Sulla Sibari-Corigliano-Rossano, con fermezza, diciamo che l'opera deve essere interamente finanziata e che deve essere portata a compimento tutta la Statale 106».
«È giunto il momento – continua - di aprirsi a una visione europea delle infrastrutture viarie in questo territorio, una visione che contempli ed inglobi i progetti ed i finanziamenti per la creazione di nuove, moderne e sicure opere viarie e ferroviarie, una visione che non si restringa solo su una porzione di territorio ma trovi uno sviluppo complessivo lungo la direttrice Sibari-Crotone, che metta in raccordo i porti della fascia ionica con un aeroporto di Crotone finalmente al centro di una politica industriale e di sviluppo degna di questo».
«Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, - incalza - frutto di una visione finalmente solidaristica dell'Europa, mette a disposizione dell'Italia una mole enorme di finanziamenti, metà della quale saranno destinati a ridisegnare il futuro del Mezzogiorno e una buona parte di questi a riscrivere la narrazione della Calabria. Per questo pretendiamo che oggi non ci si limiti a parlare di studi di fattibilità, di progetti che diventeranno definitivi, ma di veri e propri finanziamenti. Oggi più mai non ci si può accontentare di tratti di strade, di lotti, di cantieri infiniti. Se vogliamo ridurre il divario esistente tra Nord e Sud del Paese bisogna smetterla di regalare promesse, di accontentarsi di piccoli interventi, come se qualcuno stesse facendo un favore alla Regione Calabria».
«Ad oggi non vi è alcun atto amministrativo che determina alcuna disponibilità economica, anche parziale, su tutti gli interventi previsti sulla Statale 106, tra Sibari e Reggio Calabria, e il tempo sta per scadere. La Strada statale 106 è sparita dai radar della politica, nella legge di bilancio l'indice sulla chiave di ricerca recita: nulla! Una dimenticanza, che speriamo venga colmata nel più breve tempo possibile. Una dimenticanza che ferisce, che allarga la forbice del divario, che mortifica le speranze di tutti quei calabresi costretti, ogni giorno, a fare i conti con un'inaccettabile riduzione dei loro diritti in termini di servizi e possibilità di sviluppo» conclude.