La Tilda di Cilea rivive grazie alla mano del musicologo rossanese Russo
L'opera lirica inserita nel vasto cartellone del Festival Toscanini è stata protagonista del podcast di Rai Radio 3 Suite. Perse le tracce durante la guerra, oggi, riecheggia nei teatri grazie a Giancosimo Russo
CORIGLIANO-ROSSANO - L'opera lirica la Tilda è stata protagonista di Rai Radio 3 Suite, alla quale ha dedicato un podcast di approfondimento sul componimento musicale simbolo del primo Verismo Italiano. L'opera, viene inserita nel vasto cartellone del Festival Toscanini.
Un concerto dedicato alla musica a cui hanno preso parte molti artisti: Arturo Toscanini e la sua fisarmonica, diretto da Y. Abel con la partecipazione delle voci del soprano Hundeling, del tenore Eldìn. Al pianoforte Cominati.
Il programma del concerto è molto raffinato e vede all'inizo la selezione del melodramma di Francesco Cilea, la Tilda orchestrata dal giovane musicologo e compositore Giancosimo Russo, originario di Corigliano-Rossano. A seguire altre opere musicali molto interessanti: A. Roussel con "Le festin de l'aragnèe" e per finire i canti della Stagione Alta di Pizzetti.
Cilea fu un "grande", tra i più illustri compositori calabresi. Nasce a Palmi nel 1866, entra molto giovane del conservatorio San Pietro a Majella di Napoli dove riceve una formazione musicale molto solida e raffinata. Agli inizi della sua carriera si dedica al melodramma, come tutti i musicisti della sua generazione crescendo in un ambiente dominato dalla giovane scuola Verista. La sua musica è raffinata, dolce e legata alla tradizione italiana del bel canto.
La presenza così importante della musica dell'autore Francesco Cilea al Festival, è di rilevante importanza proprio perché ha avuto degli stretti rapporti con Toscanini, appunto. La prima volta per l'opera lirica musicata dal celebre maestro di Palmi fu il 1892 al teatro Pagliano di Firenze e alcuni mesi dopo venne rappresentata anche in Austria, al Teatro dell'Esposizione Musicale di Vienna.
È un'opera lirica, dicevamo, in tre brevi atti, e parla di un amore non corrisposto soffocato nel sangue. Racconta della storia di una giovane siltimbanca di nome Tilda che tenta di conquistare un ufficiale francese, innamorato di un'altra donna. Sarà proprio lui ad assassinarla. L'opera era andata distrutta durante la prima guerra mondiale. Da allora se ne persero le tracce.
A distanza di 130 anni, però, è arrivata la mano del giovane e talentuoso Russo, che, attraverso studi, ricerche e tantissimo amore ha ricostruito la musicalità dell'opera che ha riecheggiato per la prima volta, dopo oltre un secolo, all'Auditorium Paganini di Parma in occasione dell'edizione zero del Festival Toscanini.
Tra i movimenti che Giancosimo Russo ha estratto dalla Tilda del compositore calabrese, spicca un "Saltarello". Una danza di origini antiche, distinta da un passo svelto talvolta in contrasto con una prima danza, più lenta. Con il passare dei secoli dalle corti il saltarello è arrivato alle campagne del Lazio, dove ha mantenuto il suo carattere agile e dinamico, trasformandosi in una danza di gruppo o di coppia da ballarsi nei campi, all’aria aperta.
Un vero e proprio inedito, insomma, di un pezzo di storia della musica risorgimentale italiane. La Tilda, infatti, è la terza delle 4 colonne portanti del primo Verismo, assieme a Cavalleria Rusticana, Mala vita e Pagliacci.
(Fonte facebook Giancosimo Russo)