All'Unical il convegno "Raccontare Lino" sulla difesa del suolo e nella mitigazione dei rischi naturali
Alla giornata di studi sull'eredità di Pasquale Versace hanno preso parte anche i vertici nazionali e regionali della ProCiv e i maggiori esperti di questa materia delle università italiane

RENDE - Più che una giornata di ricordo “Raccontare Lino” si è trasformata in una eredità che la comunità scientifica nazionale impegnata nella difesa del suolo e nella mitigazione dei rischi naturali ha deciso di prendere in carico. L’acume, l’ironia la genialità nella visione futuristica di Pasquale Versace sembrano aver tracciato una direttrice che scienziati di tutta Italia hanno non solo riconosciuto ma, in un certo senso, si sono impegnati a portare avanti.
L’Aula Magna dell’Unical ha ospitato tante le testimonianze di chi lo ha conosciuto fin dall’inizio del suo percorso scientifico: i professori dell’Unical Giuseppe Frega e Massimo Veltri, Renzo Rosso (Politecnico di Milano), Mauro Fiorentino (Università della Basilicata) e Pierluigi Claps (Politecnico di Torino). Oppure di chi lo ha incontrato nelle tante iniziative che cercava di trasformare da teoria in pratica come Luca Ferraris (Università di Genova, Fondazione Cima), Alberto Montanari (Università di Bologna), Gabriele Scarascia Mugnozza (La Sapienza), Andrea Prota (Università di Napoli)
Tutti ne hanno tracciato una personalità complessa ma brillante capace di avere un focus sempre centrato sulle questioni di sistema, sul lavoro di squadra e soprattutto sul non concedere sconti quando in ballo c’era la sicurezza delle persone.
«Quella che ci lascia il professore Versace è un’eredità importante - dice Giovanna Capparelli direttrice del Camilab – Siamo riusciti nell’intento di far rivivere soprattutto la memoria scientifica che il professore ci ha lasciato con spunti interessanti arrivati da tanti grandi interpreti di questa disciplina sia a livello nazionale che a livello internazionale. Il nostro intento, conoscendo anche il sarcasmo di Versace, era proprio questo: non un ricordo fine a se stesso ma il riconoscimento di una vita passata a capire come riuscire a fare prevenzione per evitare disastri».
Dalla Protezione Civile alla Commissione grandi rischi, dalla semplice intuizione analitica allo studio mirato alla soluzione di problematiche decisamente più complesse. Versace ha avuto sempre un approccio diretto che lo portava ad individuare il miglior metodo diretto per risolvere un problema.
«Una grande eredità e soprattutto una grande fortuna aver potuto lavorare con lui in occasione dell’ultima frana di Ischia – dice l’onorevole Giovanni Legnigi Commissario straordinario per la ricostruzione post-sisma e per l’emergenza di Ischia – Ne ho potuto apprezzare le qualità scientifiche, professionali e umane. Questa sua capacità di governare e declinare le acquisizioni scientifiche con le decisioni operative da assumere. E’ una dote rara questa che aveva il professore Versace». La visione di Versace lo portò ad intuire quello che poi sarebbe successo nella realtà. Una dote che Legnini non fa fatica a riconoscere. «Riuscì a prevedere per tempo moltissime cose che sono diventate, purtroppo, di stringete attualità. Mi riferisco al modello multirischio, mi riferisco a metodologie tecniche di approccio anche pianificatorio, alle numerose situazioni di dissesto idrogeologico che ci siamo trovati ad affrontare”.
Dai grandi rischi alla Protezione Civile, anche in questo caso l’intuizione di Versace ha portato alla costruzione di un sistema che oggi riesce a governare su tutto il territorio nazionale emergenze di ogni tipo. Ne hanno convenuto Domenico Costarella (Protezione Civile Calabria), Gianluca Loffredo (Commissario alla ricostruzione di Ischia, Sisma Centro Italia), Domenico Pianese (Università di Napoli).
«È stato un partner del sistema di Protezione Civile per almeno 40 anni accompagnando la Prociv in tutta la sua fase di rapporto con la comunità scientifica – dice l’ingegnere Paola Pagliara direttore dell’ufficio previsione e prevenzione dei rischi della Protezione Civile – La sua è un’eredità basata sulle esigenze di mettere in sicurezza i cittadini e renderli consapevoli di quelli che sono i rischi derivanti dalle alluvioni e di cosa fare per evitare maggiori danni».
Personaggio spigoloso ma brillante, ironico ma allo stesso tempo determinato. Versace non riusciva a convivere con la “sconfitta” ma aveva la necessità di “vincere sempre” per evitare disastri e catastrofi.
«Fino all’ultimo ha mantenuto un approccio quasi da giovane ricercatore e non da professore emerito – prosegue la Pagliara – Su questa curiosità ha costruito tutto il suo lavoro. E la comunità scientifica lo ha riconosciuto».