Sanità, il Rapporto Crea boccia Occhiuto e i Verdi attaccano: «Da lui solo fuffa e propaganda»
Campana, il coordinatore regionale di Europa Verde/Avs: «La Calabria sembra un po' la regione Robin Hood all’incontrario, in cui si ruba al pubblico per ingrassare il privato»

CORIGLIANO-ROSSANO - «Anche il rapporto presentato dal Centro per la ricerca economica applicata dell’Università di Roma Tor Vergata certifica che quella del presidente/commissario Occhiuto è solo fuffa e propaganda. Nulla di più. La Calabria resta l’ultima regione d’Italia per quel che riguarda le prestazioni sanitarie erogate nei campi dell’assistenza ospedaliera, della specialistica ambulatoriale e nella prevenzione».
È quanto dichiara il portavoce regionale di Europa Verde/Avs, Giuseppe Campana, che aggiunge: «Un’altra sonora bocciatura per le politiche e la governance sanitaria del centrodestra, al cui vertice c’è Roberto Occhiuto, tra i più attivi sui social a promuovere risultati che, come spiega il Rapporto Crea, esistono solo nei piani alti della Cittadella, perché nessun calabrese si è mai accorto di un seppur minimo miglioramento del servizio sanitario regionale da encefalogramma piatto».
«Alla carenza di personale irrisolta, alle liste d’attesa infinite – continua Campana – alla fatiscenza delle strutture, all’incapacità di mettere a terra i fondi Pnrr salute, al miasma della sanità calabrese affidata ai privati col placet del centrodestra, si sommano gli scandali giudiziari. Un sistema, quello del reparto di Oculistica della Dulbecco che vige un po' ovunque. Il metodo è semplice: negli ospedali pubblici calabresi si opera sempre meno, si visita sempre meno perché (guarda caso) i macchinari sono spesso fuori servizio ed allora non resta che rifilare nella tasca del paziente il biglietto da visita della clinica “X” o del centro diagnostici “Y” in cui operano i primari stessi, se non si vuole attendere da 6 mesi ai tre anni per una banalissima ecografia, ma anche per un esame salvavita».
«Per non parlare, appunto, della prevenzione, bocciata dal Rapporto Crea. Come si può prevenire, quindi scoprire anzitempo una patologia se si devono attendere anni per un esame?» chiede il portavoce regionale di Avs.
«La Calabria sembra un po' la regione Robin Hood all’incontrario, in cui si ruba al pubblico per ingrassare il privato, ledendo quello che è un diritto universale, sacrosanto e costituzionalmente garantito, con la compiacenza di certa parapolitica che si arricchisce investendo nel business della sanità privata. Non restano, così, che le briciole a un servizio sanitario regionale che cura sempre meno calabresi, come i nostri corregionali delle comunità interne che smettono di curarsi anche per le difficoltà logistiche, o per i più fortunati che possono permettersi i viaggi della speranza. Nessuno, invece, si può permettere il lusso di farsi operare in Calabria da professionisti chiamati da fuori regione».
«Per fortuna – conclude Giuseppe Campana - i dossier sanitari come il Rapporto Crea ci riportano coi piedi per terra, ricordando a tutti che Occhiuto continua a sbertucciare i calabresi autoincensandosi con risultati che non esistono. Un ultimo dubbio ci assale: per il Rapporto Crea l’area prevenzione, ad esempio, è fortemente deficitaria, per i Ministeri della Salute e dell’Economia, quindi per organi politici gestiti dal centrodestra come la Calabria, non lo è, tanto da garantire la sufficienza nei livelli essenziali di assistenza. Chi ha ragione?»