L’ex Tribunale di Rossano pronto a ritornare in vita. C’è un’idea per il riutilizzo
La struttura da tempo è interessata da lavori strutturali sui quali vige il più totale riserbo. C’è un’idea per riattivare il fortino di Santo Stefano e pare sia già in fase avanzata di attuazione
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CORIGLIANO-ROSSANO – Hanno tutti le bocche cucite e nessuno si sbilancia in dichiarazioni ufficiali, la notizia però è certa e manca solo di ufficialità: la sede dell’ormai ex Palazzo di Giustizia di Rossano avrà presto nuova vita.
Da qualche settimana, infatti, all’interno dell’imponente immobile di piazza Santo Stefano, nel centro storico, ci sono squadre di operai in movimento sulla cui attività vige il più totale riserbo. Da ultimo si è lavorato sul cablaggio telefonico ed elettrico. Essendo una struttura pubblica nulla di particolarmente sconvolgente. Se non fosse, però, che quei lavori così minuziosi e dettagliati servono per tenere in vita uffici funzionanti e non per uffici ormai chiusi da otto anni e al momento inutilizzati.
Non sappiamo cosa si stia muovendo e in che direzione. Sappiamo, però, che a breve il “palazzaccio” di Corigliano-Rossano sarà destinato ad un nuovo uso.
Andiamo per esclusioni. Sicuramente non verrà riaperto il tribunale. E questo, a meno che tutto il firmamento dello Stato ed il Governo non rinsaviscano d’un tratto, appare – purtroppo - ovvio e scontato.
Probabile, però, che all’interno dell’ex Palazzo di Giustizia vengano trasferiti gli uffici del Giudice di Pace anche nell’ottica di un ormai possibile accorpamento con gli uffici di Corigliano.
Altra cosa certa è che all’interno di quello stabile non verrà trasferita la sede del grande comune di Corigliano-Rossano, che al contrario – per norma della legge sulla fusione – ha sede nell’area urbana accorpante più grande. E quindi a Corigliano. Tra l’altro, di recente sono stati anche completati i lavori di restyling di Palazzo Bianchi nel centro storico ausonico dove oggi, appunto, ha sede il comune di Corigliano-Rossano.
E, allora, quale sarà la destinazione d’uso (perché una destinazione d’uso l’avrà) dell’ex palazzo di giustizia? Nonostante al suo interno sia ancora custodito parte dell’archivio storico giudiziario rossanese e il Ministero della Giustizia pare non abbia ancora completamente lasciato il palazzo, la struttura è di proprietà del comune e quindi può disporne come vuole.
Ci sono delle idee al vaglio dell’Amministrazione comunale che a breve (forse già nel prossimo anno) potrebbero prendere forma. Tra queste idee, anche se adesso sembrerebbe la più remota e poco praticabile (per una serie di motivi legati alla logistica e all’organizzazione), c’è quella di insediare all’interno dell’immobile una futuribile sede distaccata dell’Università. Era già il pallino di qualche ex amministratore ma che oggi non sembra proprio la via ideale da percorrere. Del resto, ci potrebbero essere altre sedi più idonee per un tale nobile scopo.
La via più accredita, allora, è quella di destinare la struttura a servizi istituzionali o comunque attinenti all’ambito della giustizia. All’interno dell’ex Tribunale ci sono parcheggi sotterranei, ci sono stanze di isolamento, spazi per uffici ed altre aree da destinare a spazi tecnologici. Insomma, un piccolo fortino. Che potrebbe essere utilissimo e ideale per una forza militare o di polizia.
Stesso dicasi per l’altra struttura attinente (in quella in cui ha attualmente sede il Giudice di Pace) che ha simili conformazioni.
E se fosse davvero questa la destinazione d’uso dell’ex tribunale di Rossano? Una grande caserma da mettere a disposizione del Commissariato di Polizia piuttosto che del neonato Reparto territoriale dei Carabinieri (dove l’attività investigativa si è amplificata) o, perché no, della Compagnia della Guardia di Finanza di Corigliano-Rossano. Al momento resta la pista più accreditata che – da quanto si apprende da fonti romane – sarebbe già al vaglio dei diversi ministeri interessati.
Intanto i lavori nell’ex Palazzo di Giustizia vanno avanti e speriamo siano forieri di una rinascita del presidio e del quartiere Santo Stefano sul quale, da quando arrivò la scure della Riforma Giudiziaria, si sono spenti tutti i riflettori.