«Il PalaBrillia non è una passeggiata». Numeri e risultati dell’Hub vaccinale
Dopo le critiche delle ultime ore a parlare è Cataldo Romeo, responsabile del centro di vaccinazione regionale insediato a Corigliano-Rossano: «Non siamo macchine e non siamo eroi, ma prendiamo il nostro lavoro molto seriamente»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Il Palabrillia non è una passeggiata – esordisce così il Dottor Rocco Cataldo Romeo, Responsabile Igiene Pubblica Area Ionio Sud e Responsabile Hub Vaccinale PalaBrillia, per rispondere alle accuse ricevute in questi giorni dall’Osservatorio permanente di Corigliano-Rossano - però i numeri parlano chiaro: abbiamo raggiunto le 102.000 vaccinazioni in otto mesi e qualche giorno. Sono numeri importanti, che ci hanno portato anche nelle prime posizioni degli hub calabresi con i migliori risultati».
«I numeri però, - continua - non raccontano le storie di chi ha sudato e faticato per raggiungere questi obiettivi. Allora mi sembra doveroso farvi capire di cosa stiamo parlando: ci sono Martina, Francesca, Mario, Nunzia, Maria Giovanna, Francesco, Pietro, Luigi, Antonio, Angela e Maria che da mesi si alternano per coprire turni di dodici, a volte tredici ore; che sacrificano i momenti di festa con la loro famiglia, che vengono a lavoro indossando il camice sopra al giubbotto, per difendersi dal freddo, eppure continuano a sorridere ai bambini che proprio oggi hanno riempito il PalaBrillia. Ci sono le forze dell’ordine, i volontari della Croce Rossa, i ragazzi dell’USCA. Non siamo macchine e non siamo eroi, ma prendiamo il nostro lavoro molto seriamente. Per noi è una missione».
«Purtroppo – aggiunge - siamo ancora in una situazione di emergenza e dobbiamo adattarci alle condizioni dell’emergenza. Siamo medici chiamati a gestire una pandemia, non un centro commerciale dove i punti ristoro alleviano le giornate. La situazione è difficile sia per noi operatori sanitari, che per gli utenti, questo lo sappiamo bene, ma non possiamo prenderci la responsabilità di qualcosa che non è di nostra competenza. Per esempio, non è competenza medica il lavoro di pulizia dei servizi igienici, che viene appaltato, dal Comune, ad imprese esterne».
«Oggi – spiega - ci sono circa quaranta bambini, dai cinque ai dodici anni. Lavoriamo con il sorriso, in un clima sereno anche se ci sono tempi di attesa. Sappiamo però che il lavoro di sensibilizzazione per la campagna vaccinale è ancora lungo e noi siamo qua per combattere una battaglia che coinvolge tutti».
«Mi piacerebbe parlare di più dell’importanza delle vaccinazioni, soprattutto nei momenti delle feste, quando il pericolo dei contagi aumenta. Non si fanno battaglie personali durante i momenti di crisi, anzi si collabora e ci si aiuta. Non voglio lasciarmi trascinare in sterili polemiche, ma continuare il nostro lavoro con la solita professionalità. Noi siamo qua per fare i medici e come ho già detto prima, per noi è una missione. La più importante» conclude.