Co-Ro, le poesie di Maria Curatolo incantano ricordando il mare
Tra memorie passare, marinai e tragedie si pone la sua poesia. Un racconto di ricordi al profumo di mare e a tratti malinconici: «Ti cerco là dove continuo ad ascoltare parole sospese»
CORIGLIANO-ROSSANO - «Ci sono luoghi in cui si aggrumano i poeti. In Puglia s'è detto di Molfetta, Alberona e San Marco in Lamis. In Calabria uno dei luoghi a più densità di poeti è Corigliano-Rossano. In quel luogo vivono un poeta raffinato e con una lunga storia letteraria alle spalle, come Eugenio Nastasi; ma poi altre presenze molto interessanti, come Anna Lauria, Ornella Mamone Capria, Maria Curatolo e Sonia Vivona. Riporto di seguito qualche testo di Maria Curatolo (sempre stampato nel n.117 de La Vallisa), impregnato di mare e di memoria».
È quanto scrive su Facebook il professore Daniele Giancane, direttore della storica rivista letteraria "La Vallisa".
Maria Curatolo dopo essersi dedicata alla sua professione nella Riabilitazione Neuropsicomotoria, è attiva in diverse associazioni socio-culturali della città di Corigliano-Rossano. Il suo fare è un dono agli altri in un cammino di crescita personale e collettiva. Ha pubblicato la silloge di racconti e poesie "I racconti dell’anima" ed è presente in diverse antologie di Poesia.
Di seguito qualche sua poesia presente nel numero 117 della rivista:
Padre
Al calduccio del mio letto sentivo la tua voce come un’annunciazione, Giuse’, Nico’ Anto’ andiamo a mare c’è bonaccia. Il rientro inzuppato di mare La cassetta di alici era vittoria conquistata con una forza fisica ed emotiva e risvegliava antiche memorie. Di una terra promessa ad ogni partenza è ancora lì il segno che scuote lo sguardo e accarezza i pensieri. In quella stanza di camino acceso e candela spenta.
Alla marina
L’ora blu sulle acque ioniche confonde lampare e marinai. Assonnata alla marina la lampada in cielo ridona la rotta. Navigammo la linea retta tra Capo Spulico e Capo Trionto, era schiuma bianca impetuosa. Cercammo l’approdo La terra la terra fu negata nei fondali tra la fauna ora la storia.
Parole sospese
Leggemmo insieme una sera d’inverno. Il fuoco del camino cantava i corpi, la tua voce penetrava vene di vicoli mai percorsi e sognati. Nuovo ogni gesto ogni parola ha creato memoria che raccolgo nelle giornate stipate Riaffiora e tu ti posi e mi aiuti a costruire castelli incantati. Sere d’estate la tua voce ritornello si adagia sui seni di un giardino soffocato da respiri affannosi. Ti cerco là dove continuo ad ascoltare parole sospese.