«È sempre più emergenza al servizio 118. Persistono gravissime carenze»
Anche Garofalo, portavoce del comitato spontaneo di cittadini per la difesa al diritto alla salute di Cassano, interviene su quanto accaduto a Roseto Capo Spulico
CASSANO JONIO - «È sempre più emergenza al servizio 118. Persistono le gravissime carenze e si continua a operare senza medico a bordo. L'ultimo episodio, in ordine di tempo, è accaduto a Roseto Capo Spulico dove un uomo di 40 anni ha perso la vita dopo aver accusato un malore. L’ambulanza sembrerebbe essere giunta a soccorrere l’uomo da Trebisacce in tempi adeguati, ma senza medico».
Lo afferma in una nota, Francesco Garofalo, portavoce del comitato spontaneo di cittadini per la difesa al diritto alla salute, di Cassano Jonio.
«È a rischio la salute pubblica e gli stessi operatori, ad operare in condizioni precarie e a sobbarcarsi oltre ai turni massacranti, anche di responsabilità. Le postazioni in tutta la Calabria - rimarca Garofalo -, nonostante le reiterate denunce, continuano ad operare senza medici a bordo. La Suem di Cosenza, a cui va tutta la nostra riconoscenza, viene costantemente bombardata di richieste in codice rosso».
«Di fronte a questa drammatica vicenda - prosegue la nota -, non possiamo tacere su un diritto costituzionalmente garantito e contemplato nei livelli minimi essenziali di assistenza. Intervenga il presidente Occhiuto per porre fine su questa vicenda, che si trascina oramai da troppo tempo, se non vogliamo fare la conta dei decessi».
«Come comitato - ha concluso Garofalo -, non ci stancheremo mai di ringraziare quanti operano nelle postazioni d'emergenza 118, che nonostante le gravissime carenze riescono ad assicurare un primo intervento. Ma siamo consapevoli, che questo non basta a rassicurare i cittadini, che si trovano loro malgrado, a dover richiedere una adeguata assistenza a salvaguardia della propria vita e di loro familiari. Senza una riorganizzazione della rete dei 118 e, soprattutto, consentire ai medici di avere uno status giuridico diverso da quello attuale: da convenzionati a dipendenti delle aziende sanitarie».