Co-Ro, a rischio le proroghe al 2033 per il demanio marittimo
È quanto fa sapere lo Studio Candiano Avvocati sottolineando che la soluzione impegnerà anche i Comuni in un’attività contrassegnata da applicazione puntuale e notevole competenza
CORIGLIANO-ROSSANO – Concessioni demaniali marittime, sono a rischio le proroghe al 2033. Fiato sospeso per decine di migliaia di operatori balneari anche di questo territorio in vista dell’udienza dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, chiamata il prossimo mercoledì 20 ottobre a decidere sul prolungamento temporale. Se dovesse prevalere la tesi della auto-esecutività della norma comunitaria e, quindi, dell’obbligo per i funzionari pubblici di applicarla, le concessioni demaniali marittime non potranno essere prolungate fino al 2033, ma messe immediatamente a bando con procedura selettiva.
È quanto fa sapere lo Studio Candiano Avvocati sottolineando che la soluzione impegnerà anche i Comuni in un’attività contrassegnata da applicazione puntuale e notevole competenza.
«Tecnicamente – spiegano gli avvocati – si dovrà dirimere la questione della sussistenza o meno dell’obbligo della pubblica amministrazione di disapplicare in via diretta le norme nazionali in contrasto con quelle comunitarie; o se sia necessaria l’intermediazione della giurisdizione con una sentenza, con il limite della soluzione caso per caso e solo se viene proposto ricorso. Alla Plenaria, inoltre, è stato posto anche il quesito sulla sussistenza dell’obbligo dell’auto-annullamento dei prolungamenti già concessi. Insomma, l’esatto contrario della certezza del diritto. Con effetti immediati veramente imprevedibili».
Il problema è ormai noto e nasce con la cosiddetta Direttiva Bolkstein del 2006 in correlazione con la decisione interpretativa datane dalla Corte di Giustizia Europea del 2016: i capisaldi sono la tutela del principio di concorrenza e del diritto di stabilimento degli operatori economici nell’ambito comunitario, incompatibili con l’utilizzo dei beni pubblici a tempo indeterminato e al di fuori di procedure di selezione.
L’omissione dello Stato italiano ad emanare una nuova disciplina conforme e l’utilizzo di espedienti dilatori, ha di fatto aggravato la situazione perché per gli operatori economici non vi è nulla di peggio che l’incertezza del quadro di riferimento entro cui fare impresa. È stata la delicatezza del tema per i suoi riflessi sociali ed economici ancor più che il contrasto giurisprudenziale a spingere il Presidente del Consiglio di Stato a promuovere l’Adunanza Plenaria.
«In ogni caso – sempre nelle prossime settimane - il Governo dovrà varare la riforma della concorrenza richiestaci dall’Europa. Qui inserirà sicuramente delle norme sull’argomento, conformandole all’esito del Giudizio».
(Fonte foto gazzettadelsud)