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Per la Cgil il rincaro della bolletta elettrica «è un costo sociale che rischia di essere drammatico»

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CATANZARO – «È da tempo che come Filctem e quindi sindacato di categoria di riferimento per i temi energetici, sosteniamo che il tema della transizione energetica, non può essere immaginato come un interruttore ON-OFF. Anzi il termine transizione dovrebbe farci comprendere come questo cambiamento che sarà epocale, deve essere il punto finale di un percorso, che deve fare i conti con la realtà e non immaginarsi voli pindarici».

È quanto si legge in una nota stampa della Filctem Cgil Calabria che così continua: «L’allarme lanciato dal ministro della transizione energetica Cingolani sui conti che i cittadini dovranno pagare sulle bollette nei prossimi mesi fa esattamente questo: i conti con la realtà!  È una legge di mercato se la richiesta di un bene cresce il costo aumenterà. Oggi il prezzo del gas, sfiora i 55 euro per megawattora, 5 volte in più della media del 2020, e il prezzo dell’elettricità è di circa 145 euro per megawattora contro una media 2020 di 42 euro. A questo vanno aggiunti i costi dei permessi ETS che le aziende devono comprare per le emissioni di CO2 che nel 2020 erano ad una media di 25 euro a tonnellata ed oggi sono a 63 euro. In Italia, per stare agli obiettivi del Green Deal riconfermati, anzi resi più ambiziosi dal pacchetto clima FIT FOR 55, dobbiamo installare 70 giga watt di potenza elettrica in 10 anni, cioè 7 giga anno. Oggi la nostra capacità è appena lo 0,7».

«Le fonti rinnovabili – spiegano - da eolico e solare oggi coprono solo il 16%, arriviamo al 38% con idroelettrico, geotermia, biomasse, del totale della nostra produzione elettrica. La loro discontinuità, soprattutto eolico e vento, legati ovviamente alle condizioni atmosferiche, non avendo ancora risolto il problema dello stoccaggio con le batterie, crea problemi di stabilità per le reti di distribuzione. Pertanto, è chiaro che ad oggi e nell’immediato futuro non è possibile elettrificare tutti i consumi del Paese in queste condizioni».

«Noi crediamo, - aggiungono - se vogliamo una transizione sostenibile dal punto di vista industriale tale da mantenere la nostra competitività a livello mondiale, e se vogliamo che sia “giusta” anche dal punto di vista sociale, bisogna necessariamente avere un approccio graduale alla transizione utilizzando tutte le migliori tecnologie partendo da quelle intermedie. Allo stato sono improcrastinabili chiare scelte di politica industriale, soprattutto nei suoi settori strategici e il Governo su questo versante deve decidere e indicare, senza lasciarsi condizionare da astratta ideologia, quali gli investimenti, i percorsi le traiettorie più opportune per il futuro del Paese».

«Per tali ragioni siamo fortemente conviti che la transizione non debba essere pagata dai Lavoratori e dai Cittadini e lo strumento degli ammortizzatori sociali per accompagnare il cambiamento non è la risposta adeguata per una transizione gusta e solidale. La Calabria in questo contesto si pone come regione che produce più energia, (di cui una significativa fetta green) di quanto ne può consumare. E allora ancora una volta, chiediamo al futuro Governo Regionale di dotarsi e di dotare la Calabria di un PEAR che sappia ben interpretare la transizione energetica. Che indichi la linea su cosa fare del surplus di energia tradizionale e green prodotta. Che sappia dare risposte in termini di concessioni Idroelettriche e del relativo uso plurimo delle nostre acque, predisporre un piano regionale che coinvolga più soggetti anche pubblici per il pieno sostegno delle centrali alimentate a biomassa e ancora del consolidamento dei cicli combinati a gas».

«La Regione Calabria – aggiungono - deve dire se in tutto ciò intravede una possibilità di sviluppo industriale e di filiera sostenibile che guardi con interesse a tutta la partita legata alla ricerca sulle nuove sfide legate alle Comunità energetiche, e quindi   stoccaggio ed accumulo (produzione batterie in loco), ma anche alla sperimentazione dell’idrogeno per la mobilità e non solo».

«Per questa via le aree dismesse dei vecchi siti industriali possono trovare nuova vita e restituire alla Calabria ed ai Calabresi aree che oggi sono zone da bonificare in nuove aree di sviluppo e non fermarsi alla seppur utile e necessaria bonifica.  Oggi il PNRR ci offre splendide opportunità proprio in questo settore ed in queste aree. Come sindacato di categoria Filctem-Cgil, siamo convinti sostenitori della svolta green ma i costi sociali di una transizione energetica “non giusta” rischiano di essere drammatici, non solo per le centinaia di migliaia di lavoratori dei settori interessati, ma come abbiamo visto per tutti i cittadini del paese e dunque della Calabria su cui si scaricherebbero i costi altissimi di scelte sbagliate» concludono.

(fonte foto key4biz)

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.