Giustizia riparativa, Castrovillari promuove percorsi per il recupero sociale di chi ha commesso un reato
Siglato l’accordo tra il Comune e l’Ufficio di Esecuzione Penale Esterna di Cosenza su percorsi che offrano la possibilità d’impegnarsi, con attività non retribuite, a favore della collettività in ambito di tutela ambientale e di protezione civile
CASTROVILLARI - «Sicuramente un modo di “riscattare” se stessi e far “pace” con la società mettendosi a servizio del bene comune attraverso un volontariato scelto, responsabile e sostanziale».
È quanto prevede l’Accordo di Collaborazione che è stato siglato oggi pomeriggio, al primo piano del palazzo di città di Castrovillari, tra l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Cosenza e il Comune per la cosiddetta attività a valenza “riparativa” che cerca di aiutare chi ha “sbagliato” e ha voglia di redimersi.
A siglarlo il Sindaco, Domenico Lo Polito, ed il Direttore dell’UEPE di Cosenza, Antonio Antonuccio, presenti l’Assessore Ernesto Bello, il segretario generale del Comune, Angelo Pellegrino, e la dottoressa Stefania Rubino.
«L’Accordo – è stato precisato e sottolineato in più modi dai presenti a margine del momento- ha l’obiettivo di dare maggiore contenuto al programma del reinserimento sociale delle persone sottoposte a misura detentiva, non carceraria, o a sanzione, attraverso la cosiddetta “giustizia riparativa”: percorso che offre la possibilità d’impegnarsi, con attività non retribuite, a favore della collettività in ambito di tutela ambientale e di protezione civile. Tutto ciò, naturalmente, sulla base di un libero consenso e in coerenza con ciò che si è commesso».
«Con questa iniziativa il Comune del capoluogo del Pollino- ha ricordato il primo cittadino annodandolo ad un impegno continuo dell’Amministrazione- sempre preoccupato a sostenere con attività mirate al miglioramento delle condizioni di chi vive emarginazione, non a caso è anche attore, da oltre due lustri, con il Tribunale del posto, in un protocollo d’intesa sulla base del quale si consente, a chi ha commesso un illecito, di poter sanare il danno cagionato svolgendo attività utili alla comunità».
«Sicuramente un’iniziativa, quella a cui aderiamo- conclude -, che diffonde, oltre che la cultura della riparazione di quanto provocato, una maggiore attenzione ai diritti delle vittime».