Cassano, Savino: «Essere unanimi nel parlare andando oltre ogni divisione»
Con questo invito, mutuato da san Paolo, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, ha aperto i lavori della settima assemblea diocesana
CASSANO JONIO - «Essere unanimi nel parlare andando oltre ogni divisione perché Cristo non è stato diviso».
Con questo invito, mutuato da san Paolo, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, ha aperto i lavori della settima assemblea diocesana.
«Siamo tutti chiamati ad annunciare il Vangelo non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo - ha proseguito il vescovo, ricordando che l’assemblea di quest’anno - segna l’avvio al percorso sinodale diocesano che avrà inizio il prossimo 17 ottobre».
Il tema su cui si i confronteranno i delegati è: “Una Chiesa sinodale: come?”, ha annunciato monsignor Savino, con i contributi dei teologi, Cristina Simonelli, Marinella Perroni, e don Cosimo Scordato.
Nella lectio divina, la teologa Cristina Simonelli, presentando il Concilio di Gerusalemme come esperienza di discernimento ecclesiale – informa la diocesi – ha aiutato ad entrare in un passaggio delicato della chiesa delle origini: quando l’evangelizzazione di Paolo e Barnaba è già in pieno sviluppo, si apre una crisi di identità quasi fisiologica.
I lavori sono stati introdotti dal vicario per la pastorale, Don Nunzio Laitano. Dal canto suo, Marinella Perroni ha guidato l’assemblea, con la sua relazione, a discernere che cosa è giusto e necessario “demolire” e “costruire” nella chiesa, perché sia più sobria e faccia emergere la centralità di Cristo e del Vangelo.
«La riflessione sulla sinodalità oltre che una opportunità per il ripensamento della vita ecclesiale – ha affermato don Cosimo Scordato -, può rappresentare un’offerta di senso ulteriore alla vita sociale; infatti, nella società civile si rischia di identificare il bene comune, che è il fine della politica, con una somma di fini, corrispondenti a interessi particolari in concorrenza tra di loro, attribuendo alla politica il compito di bilanciare le spinte divergenti; alla fine, però, i più forti prevalgono sui più deboli».
«La sinodalità – ha proseguito -, per quanto ancora bisognosa di assimilazione da parte della comunità ecclesiale, potrebbe rappresentare la migliore risposta della Chiesa a questa situazione in quanto essa comporta la rinunzia alla logica della concorrenza per favorire il camminare insieme per raggiungere un risultato comune, a beneficio di tutti».
Le conclusioni si terranno il prossimo 18 settembre, presso la Chiesa di San Girolamo in Castrovillari, a cui prenderanno parte il clero diocesano, i diaconi, i religiosi, i seminaristi, i direttori degli uffici, l’equipe per il sinodo, coordinato da don Giovanni Maurello e l’ufficio per le comunicazioni sociali.