Salute, ad Altomonte presentato il progetto droni-ambulanze: tecnologia in soccorso delle aree interne
Assicurare ai luoghi di difficile copertura logistica un modello di cardio-protezione hi-tech. Far arrivare il soccorso sanitario direttamente sul luogo dell'emergenza con mezzi innovativi di air mobility
ALTOMONTE – Diritto alla salute e innovazione tecnologica, assicurare alle città ed a luoghi di difficile copertura logistica un modello di cardio-protezione hi-tech. E far arrivare il soccorso sanitario direttamente sul luogo dell'emergenza con l'utilizzo di strumenti e mezzi innovativi di air mobility, grazie alla formula move to the place of risk. L'obiettivo è importante: riorganizzare l'assistenza sanitaria di emergenza.
È il Sindaco Gianpietro Coppola, insieme all'assessore alla Sanità Emilia Romeo, ad esprimere soddisfazione per l'ufficializzazione, avvenuta nei giorni scorsi nella sede di Confindustria a Cosenza, della scelta di Altomonte quale una delle sole tre città del Sud Italia, insieme a Taranto ed a Santa Lucia di Serino quale location di questa preziosa sperimentazione.
Nel ringraziare, insieme all'ASP di Cosenza ed a Federconsumatori, Mario Balzanelli presidente della Società Italiana Sistema 118 con la quale il Comune ha stipulato il protocollo d'intesa relativo all'attivazione del progetto Sanitary Emergency Urban Air Mobility – SEUAM (Cardioprotezione Area Tempo Dipendente), il Primo Cittadino sottolinea l'alto livello tecnologico sotteso all'intera iniziativa e la scelta strategica dell'Esecutivo di continuare ad investire sullo studio ed adozione in loco delle best practice disponibili in tutti i settori di intervento.
Guidati da remoto, in pochi minuti dei droni potranno intervenire portando presidi salvavita laddove necessario ed urgente.
«Attraverso un drone ambulanza – si legge nel documento sottoscritto – in tempi assai contenuti sarà possibile trasportare un defibrillatore sul luogo dell'evento, geo-localizzato da remoto mediante sistema Gps dalla Centrale Operativa 118. Le possibilità di sopravvivenza aumentano così in modo statisticamente assai significativo: dall'8 all'80%. Una volta arrivato sul posto, inoltre, tramite il personale medico della Centrale operativa, l'apparecchio potrà comunicare e dare istruzioni alle persone che si trovano vicino alla vittima, grazie a un microfono e una piccola videocamera situata sul congegno. Sarà inoltre possibile far arrivare sugli scenari emergenziali, oltre ai defibrillatori, gli emoderivati (ad esempio il plasma) in caso di evento con presenza di shock emorragico, oppure, a seconda delle specifiche necessità cliniche, anche farmaci o antidoti».
«Se consideriamo – conclude Coppola – lo stato comatoso dell'offerta sanitaria territoriale nella nostra regione, documentatamente al di sotto della garanzia degli stessi livelli essenziali di assistenza (LEA), tanto più nelle zone dell'entroterra, la messa a terra di questo progetto è destinata a rappresentare un punto di non ritorno ed un modello di riferimento replicabile in altri territori».