«La Magna Graecia è una proposta inclusiva ed aperta a tutti»
La proposta progettuale non nasce da qualche recondita sindrome da nanismo urbano, ma dal desiderio di creare equivalenze nel più complesso e squilibrato sistema Calabria
CORIGLIANO-ROSSANO- «Fa sorridere la nota letta nelle scorse ore circa il fatto che l'idea-progetto Magna Graecia sia affetta da una non meglio individuata sindrome da nanismo urbano che avrebbe impattato gli ideatori».
Inizia così la nota stampa del Comitato Magna Graecia. «A costoro che annaspano, evidentemente, nella definizione e nella consapevolezza di che cosa sia un tessuto urbano ed uno di borgata, consigliamo, vivamente, di riguardare, dettagliatamente, la cartina della Regione. Una volta fatta l'operazione, di chiedersi quali siano i contesti in cui nel 2021 si può parlare di realtà rurali e quali quelli in cui si può parlare, pur timidamente, di embrioni di realtà urbane, nell'idea, diffusamente convinta, che surclassi il semplicistico concetto di steccato municipale per aprirsi ad un ambito territoriale e d'Area Vasta».
«È bene annotare che nella classificazione geografica operata dai Consigli regionali di qualche tempo fa, realtà come la ex Area Urbana di Corigliano Rossano così come Crotone, sono state inserite nelle misure 5.1B, ovvero aree di classificazione secondaria parimenti a realtà demografiche quali Vibo Valentia, Locri-Siderno, la città porto di Gioia Tauro e la stessa Castrovillari, nonostante il peso demografico del perimetro circoscritto surclassasse, e di molto, la demografia delle summenzionate località, senza che nessuno degli attori, al tempo operanti nelle pubbliche Amministrazioni joniche, Pitagoriche e Sibarite, battesse ciglio su tali iniqui trattamenti».
«Oggi però gli equilibri di gettito rispondono a logiche diverse. Oggi si ragiona in termini di Aree Metropolitane, Aree Vaste, Capoluoghi di Provincia e Città che superino la fatidica demografia di 60mila abitanti. I recenti finanziamenti sulla riqualificazione urbana (PINQUA), insegnano che piogge di finanziamenti europei le ex comunità di Corigliano e Rossano non avrebbero potuto guardarli neppure con un binocolo, per ovvi motivi di carattere demografico».
«I prossimi finanziamenti che saranno erogati dalla EU, sulla "ricucitura urbana", saranno un banco di prova molto importante per realtà come Crotone e Corigliano-Rossano, perché potrebbero migliorare notevolmente l'aspetto e la sostanza di tali realtà urbane, bisognose, più di ogni altra in Calabria, di un rinnovato restiling di nome e di fatto. Si pensi alla necessità di ricucire il quartiere Tufolo/Farina (circa 30mila abitanti su un totale di circa 65mila) di Crotone alla sua marina,o comunque alla parte più storica della Città, o la possibilità di riammagliare in un contesto urbano, green e diffusamente sostenibile gli ambiti urbani di Rossano, Corigliano e Schiavonea. Per farlo servono progetti e fondi che la comunità europea è pronta a distribuire a pioggia, ma serve peso politico e riconoscimento degli ambiti destrutturati dai contesti nei quali, innaturalmente, inglobati, rilanciando una nuova visuale fedele alle vocazioni territotoriali e rispondente a dinamiche di equità ed equivalenza rispetto alle altre aree».
«Corigliano-Rossano può, insieme a Crotone, porre le basi alla creazione di un embrione d'Area Vasta foriero di benefici in termini di servizi alle popolazioni, con la consapevolezza di poter guardare, nel lungo periodo, alla riunificazione di tutte le aree interregionali afferenti il Golfo di Taranto, creando i presupposti per la Baia metropolitana della Magna Graecia, questa si, detentrice di numeri e suffragata nei fatti. Il resto sono chiacchiere da bar che lasciamo volentieri a Popolazioni, ma soprattutto ad Amministratori che ancora devono realizzare il gravoso compito a cui sono stati chiamati, fornendo soluzioni ed idee per affrontare le prossime sfide che ci attenderanno».