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Corigliano-Rossano: «Ecco perché la colpa è della strada Statale 106!». La riflessione di Fabio Pugliese

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CORIGLIANO-ROSSANO - «I recenti tragici incidenti avvenuti sulla Statale 106 in Calabria nell'ultimo mese hanno scosso non poco la sensibilità di ognuno ed hanno creato non poca confusione e, in taluni casi, disinformazione... Del resto, la perdita di Altea (17 anni), Raffale (19 anni), Michela (20 anni), Eleonora (di 21 anni), Akrem (di 18 anni) e Francesco (31 anni), diventano un monito forte nei confronti dell'intera collettività: è necessaria una riflessione attenta su ciò che è accaduto. Per questo motivo, voglio proporre alcune importanti considerazioni».

È quanto si apprende da un comunicato stampa di Fabio Pugliese, fondatore ed ex presidente dell'Organizzazione di Volontariato "Basta Vittime Sulla Strada Statale 106.

«È evidente che su ogni strada Statale italiana accadono incidenti mortali e, quindi, che ciò non accade solo sulla S.S.106. Così come è evidente che, nella maggior parte dei casi, i sinistri stradali mortali che accadono sulla Statale 106 in Calabria sono causati dal mancato rispetto del codice della strada. Questo, ovviamente, può portarci ad affermare che la strada non è pericolosa ma è solo l'uomo, con i suoi comportamenti di guida scorretti, a renderla tale. Nel caso specifico della Statale 106 questa riflessione è molto limitata. Non solo, costituisce probabilmente la ragione principale per la quale non è mai stata ammodernata: i cittadini che avrebbero dovuto approfondire le cause e le ragioni di ciò che realmente accade sulla famigerata e tristemente nota "strada della morte" poiché ciò comporta una fatica, uno studio ed un'analisi non banale hanno preferito da sempre, per semplicità, addossare ogni responsabilità a chi guida.

«Sia chiaro: chi guida ha - come vedremo - delle responsabilità! Tuttavia, ciò che emerge dall'analisi è molto semplice ed io ora proverò a spiegarlo. Se una strada Statale è progettata per sopportare un volume di traffico pari, ad esempio, a 1.000 automezzi l'anno è probabile che tra questi circa 10 automezzi siano condotti da persone che violano le regole del codice della strada e che, quindi, provocano un sinistro stradale mortale. Se accade che, sulla stessa strada, gli automezzi sono, ad esempio, 10.000 l'anno è probabile che il numero degli automezzi condotti da persone che violano il codice della strada e che provocano sinistri stradali mortali sarà pari a circa 100».

Tutto questo porta ad una considerazione banale e matematicamente ineccepibile: data una strada che può gestire un certo volume di traffico se aumentano esponenzialmente il numero di automezzi che la percorrono contemporaneamente aumenta il numero di quanti non rispettano il codice della strada e, quindi, aumenta il numero degli incidenti stradali mortali. Pertanto una prima riflessione è questa: sulla strada Statale 106, inadatta a gestire gli attuali volumi di traffico ed ormai congestionata, perchè avvengono così tante tragedie? Per colpa di chi guida oppure per colpa di chi non capisce (o non vuol capire), che è necessario realizzare un nuovo tracciato con 4 corsie, due per senso di marcia, con spartitraffico centrale necessario a gestire gli attuali volumi di traffico sulla Statale 106

«Per risolvere queste domande può darci un aiuto la matematica. Sulle 750 vittime della Statale 106 in Calabria ben 490, pari al 65,34%, sono avvenute nei soli mesi di luglio e agosto. Il dato aumenta se consideriamo anche il mese di giugno e diventa 547, pari al 72,94%. È possibile che sulla Statale 106 gli automobilisti non rispettano le regole in modo particolare ed evidente solo nei mesi di luglio, agosto e giugno? Oppure ciò che accade nella realtà è tanto semplice quanto evidente: in quei mesi, che poi sono i mesi estivi, aumenta in modo molto significativo il traffico (quindi il numero di automezzi), che percorrono la Statale 106 in Calabria per effetto delle presenze dei turisti! La logica, invece, può aiutarci a comprendere due ulteriori riflessioni di grande importanza».

«La prima: quasi sempre chi guida senza rispettare il codice della strada sulla Statale 106 in Calabria va a scontrarsi con chi è sulla corsia opposta provocando in molti casi delle vittime. È giusto che degli innocenti debbano morire per merito di chi non ha realizzato una strada ammodernata con spartitraffico centrale al fine di evitare tutte queste tragedie? La seconda: il numero di tragedie stradali, come quelle accadute nell'ultimo mese sulla Statale 106 in Calabria, non è un fatto inedito. Tutti sappiamo che ogni anno sulla famigerata e tristemente nota "strada della morte" in Calabria queste tragedie accadono puntualmente. È mai possibile che nessuno si accorge di questo e, soprattutto, che nessuno abbia notato che il numero di questi tragici eventi tende ad aumentare sempre di più? Quello che è accaduto fino ad oggi sulla Statale 106 in Calabria si ripeterà. Si ripeterà con ancora più frequenza. C'è solo da sperare che nel terribile calcolo della probabilità non tocchi a noi».

«Un'ulteriore riflessione che voglio sottoporre al lettore è la seguente: qual è la possibilità più valida che abbiamo per evitare tutto questo? C'è una letteratura che dimostra quanto sia drammaticamente complesso intervenire sulla testa delle singole persone. È davvero molto difficile correggere un comportamento di guida scorretto in una persona che è normalmente abituata a non rispettare le regole del codice della strada. È molto più facile, invece, intervenire sull'infrastruttura: rendendola più sicura oppure realizzandone una nuova e più moderna. Pertanto, seppure è importante insistere con dei messaggi che possano invogliare tutti ad una guida più prudente e rispettosa delle regole, è determinante pensare di ammodernare la Statale 106 con un tracciato ex novo in collina a 4 corsie, due per senso di marcia, e spartitraffico centrale affinchè non avvengano mai più tragedie stradali come quelle a cui assistiamo da sempre».

«Tanto è vero che in Basilicata ed in Puglia, laddove ormai da anni la Statale 106 è stata completamente ammodernata con un tracciato a 4 corsie, due per senso di marcia, e spartitraffico centrale le vittime per sinistri stradali è diminuito, negli ultimi 10 anni, dell'85%. Infine, voglio concludere questo intervento con un'ultima riflessione. Premesso che il sottoscritto non è affatto contrario alla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e che quest'opera faraonica, a mio avviso, può e dovrà essere realizzata vorrei chiedere ad ogni lettore: è più urgente investire circa 10 miliardi di euro per l'attraversamento stabile dello stretto di Messina (la cifra è stata dichiarata nel corso dell'ultima audizione in seno alla Commissione Trasporti della Camera dal Ministro alle Infrastrutture Giovannini circa due settimane fa), oppure impegnare la stessa cifra per ammodernare la Statale 106 al fine di renderla più sicura ed evitare che tante altre persone (e giovani), possano perdere la vita?».

«Personalmente non ho alcun dubbio ad affermare che prioritariamente penserei di ammodernare la Statale 106 da Sibari fino a Reggio Calabria. Poi, dopo, non esiterei a realizzare anche il Ponte sullo Stretto di Messina. Anche perché - e concludo davvero - non credo che per la politica romana sia così tanto difficile convincere la criminalità organizzata che è più conveniente realizzare la Statale 106 e dopo il Ponte sullo Stretto rispetto alla possibilità di realizzare solo il Ponte sullo Stretto. Questa soluzione, infatti, risulterebbe di certo anche più conveniente: consentirebbe ai partiti e, soprattutto, ai politici di ottenere più finanziamenti illeciti»

(Fonte foto strill.it)

Redazione Eco dello Jonio
Autore: Redazione Eco dello Jonio

Ecodellojonio.it è un giornale on-line calabrese con sede a Corigliano-Rossano (Cs) appartenente al Gruppo editoriale Jonico e diretto da Marco Lefosse. La testata trova la sua genesi nel 2014 e nasce come settimanale free press. Negli anni a seguire muta spirito e carattere. L’Eco diventa più dinamico, si attesta come web journal, rimanendo ad oggi il punto di riferimento per le notizie della Sibaritide-Pollino.